Tre stati e una bicicletta, Da Berlino a Vilnius

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Evil_Shadu
view post Posted on 14/1/2014, 18:49




Nona tappa:

MARIJAMPOLĖ



Subito dopo la partenza, il territorio diventa sempre più collinare, rendendoci il viaggio sempre più faticoso. Ma resistiamo. Il cielo è nuvoloso e fa freddo, anche mentre si pedala, anche in salita. Solo a mezzogiorno godiamo di temperature quasi estive, ma il sole non si mostrerà mai nemmeno un secondo.

Il portapacchi della mia compagna di viaggio, stremato dal carico, decide di abbandonarci, e si spezza parzialmente. Ci fermiamo in prossimità della frontiera, senza sapere come fare a ripararlo. Un cicloturista marocchino capita proprio al momento giusto. Gentilissimo, si ferma, tira fuori il suo sacchetto di attrezzi e fissa con due fascette il portapacchi. Lo ringrazio tantissimo. "Figurati, - dice lui - solidarietà tra ciclisti, è il nostro patto!" ammicca e riparte per la sua strada. Ma i problemi non son finiti qui...

Ci fermiamo a mangiare il nostro ultimo pranzo polacco in una specie di autogrill in cui il gestore (e unico presente) impana le nostre cotolette davanti a noi e ci prepara i pierogi al momento.

Alle 14:30 superiamo la frontiera lituana. La dogana è deserta. Ad accoglierci è una strada la cui corsia di emergenza è sterrata, purtroppo per noi, e i cui utenti hanno comportamenti ben diversi da quelli polacchi. In particolar modo ricordo i grossi camion che trasportavano legname: non rallentavano minimamente, si limitavano ad avanzare col clacson spianato. Alcune auto, inoltre, hanno un motore molto particolare: una volte passate, lasciano dietro di sé una fitta nebbia bianca e maleodorante che permane per svariati minuti. I miei poveri polmoni hanno sofferto!

I primi edifici che ci accolgono sono casermoni francamente orribili stile sovietico. A parte quello, c'è una gigantesca, collinare campagna tutto attorno a noi. Campi gialli e bruni, cicogne e falchi.
Più ci avviciniamo a Marijampolė (una città tra le più grosse e le più vicine al confine polacco in Lituania) e più la campagna domina. Il nostro campeggio è a 8 km dalla città. Le strade asfaltate cessano non appena si lascia quella principale. Affaticate dai chilometri percorsi, ecco un bivio...
< Aspettami qui: vado avanti io, se è quella giusta ti mando un sms.>
L'ho fatto tante volte quando ho visto che la mia compagna era stanca, ha sempre funzionato bene. Questa volta, però...

Vado avanti, un paio di km, ed ecco il campeggio. Felice di aver raggiunto la meta, lascio a terra bici e bagagli dopo aver inviato un sms alla mia compagna. Davanti a me, due grossi corvi imperiali gracchiano vicino al loro nido artificiale.
Aspetto. Nessuna risposta.
Aspetto ancora.
La chiamo, non risponde.
Provo a chiamare mia madre: il cellulare funziona. Le chiedo di chiamare la mia compagna, ma anche lei non riesce.

Allora, stanca morta, riprendo la bici e parto alla ricerca. Le colline ti ostruiscono la vista, se gridi il tuo fiato viene bloccato dal terreno. Il sole comincia a tramontare, e io a spaventarmi.

La cerco ovunque, in lungo e in largo... Non la trovo, ma tre cani randagi trovano me: mi rincorrono per un buon tratto, uno riesce a mordermi al polpaccio. Sanguino, ma non ci penso, una cosa per volta.

A un certo punto, vedo un uomo tutto agitato sulla piccola strada sterrata. Mi ferma. È vestito di un camice bianco macchiato di sangue. "Italian?" mi chiede. Annuisco, gli chiedo se ha visto la mia amica. Subito mi rifila il suo cellulare: "it's your mum!" mi dice, tutto felice.
< Mamma?!> chiedo, incredula.
< Ciao Cate, mi ha chiamato 'sto tipo...>
La mia compagna aveva lasciato un messaggio per me: il suo cellulare era scarico e lei sarebbe tornata alla strada principale. Mi aveva chiamata con il cellulare di quell'uomo (un gentile macellaio), ma io ero alle prese con i randagi.
Riprendo la bici dopo aver ringraziato il macellaio, raggiungo la strada principale. La mia amica mi corre incontro, mi abbraccia piangendo e dicendo che si era spaventata e che le dispiaceva di essersi messa nei guai.
Torniamo in campeggio, ma ora abbiamo un altro problema: il mio polpaccio e il dannato cane rabbioso che l'ha morso.
Dovevo fare l'antirabbica. E dovevo farla il più presto possibile.
Ma il sole era ormai tramontato, e l'ospedale più vicino era a 8 km. Così parlo con il gestore del campeggio, che non parla una parola di inglese ma che gentilmente mi passa suo figlio al telefono. Gli spiego il problema, e lui mi manda sua moglie: un'infermiera.

La giovane donna, Zydrune, gentilissima, mi porta con la sua auto in ospedale. Aspetta con me il mio turno, spiega quanto accaduto in lituano, e poi gli infermieri mi portano nella sala operatoria. Essere morsi da un cane rabbioso, mi rivela Zydrune, è un evento piuttosto comune in Lituania, dove la diffusione della rabbia è ancora piuttosto elevata. Un'infermiera mi fa piegare su un lettino e in meno d'un secondo mi ritrovo una siringa nel gluteo. Il siero curativo brucia, mentre un'altra infermiera mi pulisce la ferita. I medici sono gentili e mi fanno pagare solo la dose di siero. Mi danno poi una tabella, che io guardo con aria interrogativa e un poco disperata. Zydrune conferma i miei timori: mi attendono altre quattro dosi di siero, di cui una proprio qui in Lituania.

Torniamo in auto. Zydrune ci chiede se siamo affamate. Noi, non avendo cenato, affamate lo siamo eccome, e così lei si offre di portarci in un centro commerciale a prendere una cena e una colazione per domani. La ringrazio ancora moltissimo. < Probabilmente mi hai letteralmente salvato la vita.> le dico. Zydrune ride. < Sono un'infermiera, è il mio lavoro! E poi, avete 18 anni, potreste essere le mie figlie... E se mia figlia fosse in pericolo in Italia, io vorrei tanto che un'italiana la aiutasse.>
Così prendiamo due pizze che sono sorprendentemente buone e scorte di biscotti per la colazione del giorno dopo.

Zydrune ci riaccompagna in campeggio. Fuori è buio e fa un freddo incredibile per essere agosto, la tenda è ancora da montare. La donna rabbrividisce e ci dice: < Dormite pure nel rifugio del campeggio, scegliete la camera che più vi aggrada e dormite bene. Se avete bisogno di qualsiasi cosa chiamatemi.>
Non ci farà pagare niente: né per la benzina, né per il tempo speso, né per l'ospitalità nel rifugio invece che nel campeggio.
Una volta tornata a casa, le manderò una sciarpa di kashmir sperando che tenga quella donna angelica sempre al caldo.

Il rifugio è una bellissima struttura interamente in legno, con tre bagni, una sauna, una sala con due pareti a vetro che danno sul laghetto del campeggio e... Rospi. Tantissimi, grossi rospi a macchie scure che sentendo il freddo cercano rifugio dall'autunno incombente nella casa. Zydrune ci avvisa di non avvicinarci troppo, perché oltre essere urticanti come i normali rospi, sono in grado di sputare il loro liquido urticante.

Andiamo a dormire stanche come non lo siamo mai state in vita nostra.

Foto:
La sottoscritta al confine lituano:
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Colline lituane:
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Cicogna nei campi:
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La mia prima dose di antirabbica ;)
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view post Posted on 15/1/2014, 06:41


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Bella sfortuna il cane rabbioso. Certo che la tua vacanza è stata proprio movimentata ...
 
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Evil_Shadu
view post Posted on 2/2/2014, 11:25




Puoi dirlo forte! Decima tappa:

KAUNAS



Dopo aver fatto una buona colazione, partiamo. Il mio alluce ha un bruttissimo aspetto: ha fatto infezione e non riesco nemmeno a poggiarci sopra il peso da quanto fa male! Fortunatamente riesco a pedalare. In questi due giorni la bici sostituirà quasi totalmente i miei piedi. Anche il morso non ha un bell'aspetto, e io ho la febbre. Ma fermarsi non si può, e in ogni caso, non lo farei: si riparte!

Attraversiamo le campagne lituane su strade sterrate e sconnesse (in questa zona non esistono proprio strade asfaltate), piene di uccelli d'ogni genere, dagli zigoli alle albanelle, oltre che cani randagi che evitiamo accuratamente, oche, anatre e galline che ci attraversano la strada e... Mucche che talvolta ce la sbarrano, sdraiandosi proprio in mezzo alla piccola carreggiata!

Dando un occhio in giro, dimentichiamo in che secolo siamo. Ci sono donne che sradicano a mano i frutti dei loro campi, uomini che caricano grosse balle di fieno su carretti di legno trainati da cavalli... Solo le ruote di gomma ci riportano al presente.

Ci fermiamo a pranzare in una stazione di servizio su una specie di autostrada che grazie a Dio ha la corsia d'emergenza asfaltata. Ci preparano un qualcosa di strano: piccoli ravioli fritti, con sopra formaggio e ketchup. Quando diciamo loro che veniamo dalla Polonia, esibiscono espressioni disgustate, considerando la cucina polacca decisamente inferiore alla loro. Il primo non ci ha convinte, ma il dolce è un punto a loro vantaggio: la medaus tortas (una torta tipica a base di miele, con qualcosa come 20 sottili strati alternati di tipi diversi, con pezzetti di noce) è davvero buona!

Alle 18 raggiungiamo il nostro ostello a Kaunas, situato nel viale principale, molto bello: pedonabile, alberato, e con belle visuali! Passeggiamo per il centro di Kaunas. È la seconda città più grande della Lituania (ma non è grande affatto), ed è un concentrato di testimonianze architettoniche degne di una visita: un antico castello, chiese secolari barocche o gotiche, monasteri affrescati da italiani... Il centro, comunque, è molto gradevole e passeggiare non è per niente male :)

Mi fermo a una farmacia e mostro il mio piede e il mio polpaccio a una farmacista a metà tra il sorpreso e il disgustato. Prende un tubetto con le istruzioni in lituano. Chiaramente non ci capisco niente. Chiede a una cliente presente in farmacia se parla inglese, lei nega. Prende il telefono e chiama una collega, le chiede se parla inglese, lei nega. Allora esce dalla farmacia, ferma la prima donna che passa per strada. Questa parla inglese, e mi fa da interprete. Mi dice che è un antibiotico e come e quante volte va applicato. Ringrazio molto e inizio a medicarmi come si deve le due ferite. Torniamo all'ostello dopo aver comprato biscotti per la colazione.

Alle quattro di notte ci raggiunge un coinquilino. Il giorno dopo ci svegliamo di buon ora, facciamo colazione, c'è un sacco di gente bizzarra che suona la chitarra o canta, son tutti molto simpatici. Il nostro compagno di stanza è un londinese filippino. Dopo aver cambiato le fasciature, facciamo il check out, un ultimo giro per la graziosa città vecchia di Kaunas e ripartiamo.

Attraversiamo colli tra laghi molto belli, foreste... Il tempo oggi è clemente.

Alle quattro del pomeriggio, il dramma: il portapacchi posteriore della mia compagna di viaggio cede definitivamente, questo viaggio non fa per lui... Si spezza. La mia compagna lo sistema in modo MOLTO precario, dà il suo pesante bagaglio a me e carica sul suo portapacchi soltanto cose leggere. Arriviamo così a Birštonas, una piccola cittadina circondata da una grossa foresta, paradiso dei birdwatcher.

Zoppicante, mentre la mia compagna di viaggio si riposa un po', non posso trattenermi dal fare una passeggiata nel bosco. Attorno a me volano ghiandaie, cince, e ci sono così tanti picchi che sembra di essere in un cantiere! Torno all'hotel molto più rilassata, mi faccio una doccia... Avevo un bisogno piuttosto estremo di riposarmi, mi girava la testa, ero mentalmente stremata. Felice di poter evitare di avere responsabilità e problemi per un po', sto subito meglio, febbre a parte!

Ceniamo al ristorante sotto l'hotel. Mentre mangiamo, con la musica dal vivo, arrivano due tizi a chiederci di ballare. Decliniamo gentilmente. Uno dei due si ferma a chiacchierare. Vuole sapere del viaggio, glie lo raccontiamo. Passiamo un bel po' di tempo a raccontare delle nostre avventure, mentre il tipo ci guarda sorpreso e divertito. Poi ci saluta col baciamano, e noi andiamo a dormire.

Prima di addormentarmi, passo un po' di tempo a escogitare un piano, avendo io un grosso problema: il giorno successivo DEVO fare l'antirabbica, non posso assolutamente rimandare. Ma: a Birštonas non la fanno, tra Birštonas e la mia prossima tappa non ci sono ospedali, il tragitto per raggiungerla è lungo, il portapacchi della mia compagna è ancora rotto e io porto il suo bagaglio sul portapacchi anteriore della mia bici (in totale porto circa 50 kg di carico), ho la febbre. Raggiungere un ospedale entro un orario decente sembra un'impresa molto azzardata, e la posta in gioco - la mia sicurezza contro una malattia mortale - è decisamente troppo alta.

Non resta altro che sperimentare gli autobus lituani...

Foto:
Un paio di foto della vita rurale lituana!
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"Permesso..."
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Una via del centro di Kaunas:
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Viale alberato di Kaunas:
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Le "comodissime" strade che collegano Kaunas a Birštonas:
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Edited by Evil_Shadu - 2/2/2014, 11:45
 
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view post Posted on 4/2/2014, 00:50

Denis Bellone

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Anche io ricordo con piacere Kaunas, piccola cittadina ma molto graziosa. E ricordo bene anche le strade lituane e i paesaggi che attraversano: a volte sembrava di stare completamente nel nulla. Aspetto comunque abbastanza ricorrente nel Nord e nell'Est Europa.

Brutta magagna quella del morso del cane, resterò in attesa della prox "puntata" per sapere come sei riuscita a risolvere! ;)
 
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view post Posted on 11/3/2014, 08:43


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Ciao EvilShadu, sono curiosa di sapere com'è proseguita la tua vacanza :) e l'antirabbica?
 
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Evil_Shadu
view post Posted on 22/3/2014, 15:23




Te lo dico continuando con l'undicesima tappa:

TRAKAI


Partiamo di buon ora, ma siamo decisamente di fretta: abbiamo poco tempo per capire dove sia la stazione e raggiungerla. Lungo la via una signora davanti a noi in bicicletta viene letteralmente sbalzata via dal sellino. Le è caduta la catena all'improvviso.
Ricordando le parole del marocchino che ci ha aiutate e dimenticando per qualche attimo la fretta, mi fermo, le risistemo la catena, e si riparte.
Facciamo giusto in tempo a raggiungere la stazione che arriva il pullman. Carichiamo le bici sul pullman e mangiamo durante il viaggio con provviste di vario genere.

15:00, siamo a Trakai, un luogo davvero incantevole. Su un isolotto in un lago a poche decine di km da Vilnius sorge un bel castello, attorniato da case pittoresche. Il luogo è pieno di gente, davvero molto turistico. Ci aspetta un alloggio di "lusso": una bellissima guesthouse dell'età di 101 anni, molto semplice ma raffinata, luminosa, situata proprio davanti al lago e al castello. La guesthouse ha solo tre stanze per i fortunati ospiti, la colazione è cucinata dal gestore (davvero un ottimo cuoco), tutto è pensato per essere molto accogliente.
Ma noi siamo già piene di problemi: l'antirabbica, il portapacchi rotto...

Il gestore della guesthouse, Linas, ci raggiunge alla stazione in auto. Gli avevo già spiegato del mio piccolo problema e mi dice di non preoccuparmi e di seguirlo in bici, mentre mi guida fino all'ospedale, a pochi km di distanza (ci porta i bagagli). Lì gli infermieri erano già pronti a ricevermi, mi aspetta la mia seconda dose d'antirabbica, completamente gratuitamente. Lo ringrazio molto. Ci guida fino alla guesthouse. Gli chiediamo dove poter trovare un meccanico per la bici della mia compagna, lui dice che ci penserà lui e di non preoccuparci di niente. Così decidiamo di farci un giro lungo il lago, e per la prima volta possiamo concederci di rilassarci un po'. Mangiamo lamponi mentre ammiriamo lago e castello.

La sera andiamo a mangiare in un ristorante davanti al lago, nel quale abbiamo modo di chiacchierare un po' con i locali, dai quali scopriamo che considerano piuttosto rozzi i polacchi e vanno molto fieri della propria identità. Sono tutti dispiaciuti per la mia disavventura con la rabbia, ma mi dicono anche che è una cosa molto frequente da loro. Facciamo un ultimo giro al tramonto, mentre al castello mandano musica ad alto volume.

Tornate alla guesthouse, scopriamo che Linas ha gentilmente riparato la bici della mia compagna mettendo una placca di metallo fissata con viti per rinforzare il povero portapacchi. Non vuole niente in cambio e ci dice che prendersi cura degli ospiti è il suo lavoro.
Risolti due problemi su due, andiamo a dormire serene (se pur io con la solita febbre)...

Il giorno seguente facciamo le valigie e mangiamo omelette lituane con bacon, pane nero, tè verde, uno strano formaggio (tipo yogurt a palline, ma più salato) con marmellata di ciliegie, gelato alla vaniglia e un dolce simile a uno strudel molto buono, tutto preparato per noi da Linas. Quest'ultimo, non contento, mette un'ulteriore sicura al portapacchi della mia amica, e ci lascia un bigliettino dicendo di chiamarlo in caso di bisogno. Lo ringraziamo moltissimo, lo salutiamo con "labas rytas" e lui con "arrivederci". Prendiamo l'autostrada (che, essendo domenica, è quasi vuota, letteralmente grazie a Dio) e ci dirigiamo verso la nostra fatidica, ultima meta... Vilnius!

Foto:
Finalmente un po' di pace! :)
UMh8dqkl
Lago di giorno:
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Lago al tramonto:
UMh8dqkl
Castello:
Q51Flvbl
 
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