Parte centrale della Via della Seta, di Raffaele Banfi

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S o n i a
view post Posted on 5/8/2006, 10:48 by: S o n i a


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domenica 17 aprile 2005. Asghabad - Nisa - parte prima

La giornata si presenta soleggiata, colazione a buffet, saliamo sul pullman e partiamo per la visita al mercato posto fuori dalla città. Il mercato, cintato, è veramente esteso, immenso, al suo interno si trova di tutto. Tappeti di Bukhara, coloratissimi e pregiati, cibo di ogni qualità, seta sia in drappi che in scialli e foulard, velluti, cappelli di pelliccia, zucchetti neri e bianchi, abiti invernali, abiti in cotone, gioielli (d'argento e di una lega rame/argento), abiti moderni (dal taglio dozzinale), musicassette, videocassette, ogni tanto in alcuni posti dove si può pranzare, il pane cotto al forno viene accompagnato da verdura, zuppa, carne bollita, da spiedini di pollo, di manzo, di montone. Girando per il mercato, mi colpisce la parte dell'utensileria, gli strumenti sono moderni e di marca occidentale, mentre gli attrezzi agricoli sono fatti con semplice lamiera piegata grossolanamente e molata, dal peso enorme. I raccordi idraulici ed elettrici vengono venduti a pezzi singoli, anche usati e c'è la fila per accaparrarsi quelli migliori.
Osservando bene il mercato, noto che è nettamente diviso tra il tradizionale e il moderno, il settore tradizionale è molto ordinato, curato, quello moderno è più trasandato e gli oggetti a volte sono esposti in modo confusionario. Da una parte vedo delle verdure tagliate, condite e pronte da essere inserite nel pane e mangiate all'istante. Poco distante dei venditori di kebab, di latticini in varie preparazioni, mentre burro e formaggio fresco sono venduti sfusi avvolti in un telo di cotone colorato posto sui banchi di marmo. Lo yogurt è contenuto in secchielli di ferro ed anch'esso è venduto sfuso.
Le persone girando per il mercato mangiano panini con verdure, con carne, sgranano semi di zucca o di girasole.
Verso l'uscita il mercato diventa caotico, è un via vai di gente, un intreccio tra entrare ed uscire (la porta è la stessa), la Polizia è costantemente presente nel mercato par lavorare un bel pò a giudicare dal tono, dalle espressioni e dalla gestualità di alcune persone "che sostano forzatamente" alla locale stazione.
Fuori dalla cinta il mercato prosegue, si espande in ogni direzione a perdita d'occhio, all'esterno si trovano soprattutto alimentari, verdure tagliate e condite, prodotti della terra, cipolle, rapanelli, zucche, patate, dragoncello, insalata, spezie. E' fantastico girare fra tanti colori, profumi, etnie differenti. Mi soffermo a far qualche foto, sempre stando attento a non suscitare l'ilarità di chi non vuole essere fotografato.
Saliamo sul pullman e ci dirigiamo verso la strada principale ed in lontananza vedo dei dromedari, è il mercato degli animali, chiedo se è possibile andare vederlo. La guida acconsente e fermando il pullman, ci permette di fare una breve visita a questa parte del mercato. Rientriamo in pullman e velocemente prendiamo la strada per Nissa.
Lasciamo la città, terminate le abitazioni rimango colpito dall'enorme piantumazione di pini, a perdita d'occhio, ovunque pini piantati, dall'altezza sono giovani, circa tre anni. Percorriamo oltre 10 km di strada costeggiando colline completamente piantumate ed irrigate col sistema a goccia. Ogni tanto dei militari sono impegnati nella manutenzione del terreno ed alla sostituzione delle piante morte. Stupefacente la capacità del Presidente per abbellire la propria nazione, una vera strategia quella per avere un'oasi immensa, profumata di pini in mezzo al deserto, piante che avranno anche il compito di fermare il costante e fastidioso vento da nord che soffia perennemente.
Arriviamo a Nissa, dei cartelli in inglese danno il benvenuto ai turisti. Arriviamo ad una rotonda, facciamo un'inversione di marcia, svoltiamo a destra e prendiamo una stradina secondaria che conduce velocemente ad un piazzale, sopra una collina sorge il sito archeologico che ci apprestiamo a visitare.
Nissa (LP 474), città d'origine ellenica, giace sepolta da uno strato di terra, i lavori di scavo sono affidati in modo congiunto ad archeologi locali ed italiani dell'università di Torino ed avvengono da qualche anno nel periodo maggio/ottobre. Finora sono stati riportati alla luce solo parte di alcuni edifici. Le mura realizzate in mattoni di argilla e paglia, rendendo l'opera di recupero difficile. Per visitare questi siti, per capire la struttura originaria degli edifici serve un pò di fantasia, quanto riportato finora alla luce è veramente poco, ma ne vale la pena vederlo.
La circonferenza dell'area murata è pentagonale, costellata da 40 torri. Era la residenza reale all'epoca dei Parti nel periodo dal III sec a.C. al 22 d.C. Nissa è famosa per il ritrovamento dei Rython (corni d'avorio finemente lavorati) nel 1948, e la coincidenza vuole 2 giorni prima di uno spaventoso terremoto.
Ad oggi sono visibili i resti di 2 templi, di un palazzo, della tesoreria, delle riserve d'acqua costituite tramite una serie di pozzi artesiani collegati tra loro con tubazioni d'argilla cotta. L'acqua veniva captata, canalizzata e portata dalle vicine montagne, sfruttando il principio dei pozzi artesiani e dei vasi comunicanti,così alla città veniva sempre garantita acqua fresca.
Girando fra le mura arriviamo a quella che era la sala delle udienze, le pareti sono fatte di mattoni d'argilla e paglia, mentre le 4 colonne centrali sono realizzate in mattoni cotti. Il tetto, fatto con da terrazza lignea, è stimato avesse un'altezza di 12 mt.
Poco avanti vi è la ricostruzione di alcune stanze, compreso il bianco intonaco esterno. La struttura era semplice, mattoni di argilla e paglia, strullatura d'argilla e intonaco di calce bianca. Questa sequenza edilizia affiora poco avanti dalla terra che ricopre tutto. Quanta delicatezza devono usare gli archeologi per riportare alla luce tutto quanto. Alla fine del percorso vediamo i resti di una stanza per ricevimenti o di un mausoleo, indagini e studi sono in corso per scoprirne l'esatto uso. Un breve giretto sull'enorme cinta muraria e poi ritorniamo al pullman. Lasciamo Nissa con la consapevolezza che vi è ancora tanto da scavare, da scoprire, da conoscere, chissà quali enormi valori e tesori sono nascosti sotto questa affascinante collina ricoperta dalle sabbie del deserto.
Proprio di fronte a Nissa una cosa mi incuriosisce, al primo momento non riesco a capirlo, prendo la guida e comprendo. Fronte a me, ai piedi della montagna un piazzale con dei pullman posteggiati e sul crinale della montagna un'enorme, lunga, interminabile scalinata. E' "la passeggiata della salute" (LP 464) una scalinata che percorre completamente una montagna da un lato all'altro, è stata fatta costruire dal Presidente Niyazov, quello che appare perennemente sui manifesti sparsi per la città, nelle piazze, negli alberghi. Guardando i pullman posteggiati e la gente sulla scalinata, comprendo che è una località molto frequentata.
Rientriamo in città, dirigendoci verso il centro giungiamo ad un vasto parco costellato di decine di fontane e completamente piantumato, ai suoi lati si ergono palazzi di marmo. Al centro del parco una costruzione enorme, ci avviciniamo col pullman e lo stesso si ferma, scendiamo ed entriamo nell'edificio. Al pian terreno ai primi piani vi sono dei negozi, è un centro commerciale ma non molto frequentato, noi saliamo al 12 piano, dove c'è il ristorante panoramico. Si può vedere l'estensione di Ashgabad, il contrasto stridente tre le case sovietiche, rettangolari, tetre, cupe e le costrizioni moderne, alte slanciate, di marmo, con intorno campi da tennis, piscine, fontane, giardini. In lontananza si nota la piantumazione di pini e poi, il deserto, infinito, immenso.
Il pranzo è quello tradizionale, verdure miste, zuppa, gulasch di montone, Nescaffè.
Il pomeriggio è dedicato alla visita dei musei, iniziamo dal Museo Nazionale (LP 469), la costruzione è di granito rosso, imponente, mastodontica, in vero stile sovietico.
.... segue ....
 
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