Parte centrale della Via della Seta, di Raffaele Banfi

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S o n i a
view post Posted on 5/8/2006, 11:09 by: S o n i a


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domenica 17 aprile 2005. Asghabad - Nisa - parte seconda

Per acceder al museo dobbiamo lasciare le macchine fotografiche e le borse un pò voluminose in custodia, l'addetto con sobria eleganza e puntualità ripone ogni oggetto in deposito consegnandoci una placca di alluminio con inciso un numero. Siamo appena transitati dall'ingresso e subito una donna, armata di spazzolone corre a pulire l'impronta delle scarpe che abbiamo lasciato sul lucido marmo. Entrare nel museo sembra d'entrare in un luogo irreale, il silenzio, la pulizia, l'ordine, la luminosità regnano indisturbati, sembra più un luogo religioso che un museo.
Da una porta esce un uomo distinto, è il direttore del museo che farà da guida, parla inglese fluidamente e Maurizio traduce.
La visita inizia dal pianterreno, la prima sessione che visitiamo è dedicata al Turkmenistan moderno, quello post socialismo, una foto del Presidente Niyazov impera sulla sessione, vi sono dei regali da lui donati al museo, i suoi libri, le monete stampate, alcuni prodotti dell'industria nazionale. Anche qui il culto della personalità del presidente è molto visibile. Guardo divertito la guida, mi sembrava d'aver letto che il Turkmenistan sia una repubblica presidenziale, infatti la guida riporta: "nel 1999 con una legge lo ha proclamato presidente a vita" (LP 461).
Al piano superiore la parte archeologica è decisamente più interessante della precedente, inizia con reperti del 4.000 a.C., i reperti non sono molti, ma ben esposti e fanno capire l'evoluzione di questa terra. Un susseguirsi di manufatti ben conservati e di rappresentazioni di ambienti dall'epoca neolitica, alle epoche successive fino ad arrivare alla ricostruzione della collina dove sorgeva Nissa, con i migliori ritrovamenti rinvenuti in loco. Statue di marmo (che fanno pensare ad opere elleniche), monili d'argento, ceramiche, vasellame, ed in bacheche dedicate i Rython; enormi corni d'avorio finemente lavorati sia nella parte superiore dove si apriva il calice, sia nella parte finale dove sono presenti figure mitologiche. Ogni corno, e sono ben dieci quelli esposti, ha una figura diversa. Sembra venissero usati, in alcune cerimonie, per bere ed offrivano anche la possibilità di fumare tramite una camera di combustione posta in prossimità della base ed il relativo buco per assaporare il fumo. Dei veri capolavori d'arte.
Si prosegue con la parte Persiana, dominatori del Turkmenistan nel XVII sec., sono esposte armature, armi bianche, armi da fuoco, abiti del guerriero, del musicista.
Vi sono delle bacheche dedicate alle arti applicate di vari maestri artigiani il gioielliere, il sellaio con sedili di cavallo e cammello, il tessitore con tessuti finemente lavorati.
Pregevole è la raccolta di libri sul Corano.
Si prosegue con bacheche dedicate ai gioielli di donna in argento e pietre dure colorare, fanno bella vista anelli, copricapo, collane, pettorali, frange, bracciali.
Altre bacheche contengono vestiti in seta e cotone, tuniche e copricapo. Costumi dai differenti colori e lavorazioni rappresentano le tribù della nazione.
Interessante è la sezione dei tappeti che venivano e vengono utilizzati per molteplici scopi, dal "modo tradizionale" come stuoie, per arredare le tende e le case (usati anche come arazzi), per contenere vasellame, posate, abiti, bambini, borse, borsette, per addobbare cavalli e cammelli.
Ad un muro è esposto un tappeto enorme, 14,90 mt di altezza, 20,62 mt di lunghezza, il peso è di 1.000 kg. Alla realizzazione hanno lavorato 40 persone per 8 mesi, malgrado l'immensità dicono che non è il tappeto più grande del mondo. Resto allibito a fronte di tanta maestosità.
Il giro prosegue riscendendo al piano terreno, dove in una stanza si può notare la maestosità del tappeto visto dall'alto. La sessione finale del museo è dedicata alla natura; al centro della stanza è presente un meteorite dal peso di 820 kg, dimensione72x81x48 cm., costituito da 44 minerali noti e 4 elementi sconosciuti. In bacheche laterali sono esposti minerali: quarzi e alabastri. Qualche fossile: ammoniti, ricci, tartarughe. Qualche animale imbalsamato tra cui spicca, il muflone, la tigre, il ghepardo, il pellicano, la foca.
Salutiamo il direttore che ci ha accompagnato per il museo, spiegandoci quanto è esposto, e come alcuni musei ex sovietici anche questo sembra non aver molti visitatori, ma nella sua semplicità è molto chiaro e propedeutico.
Prima di uscire andiamo a recuperare le nostre macchine fotografiche, le cineprese e le borse. Consegnando la nostra placca d'alluminio con inciso il numero, l'addetto ripone prima la placca e poi restituisce la mercanzia, la sua espressione è soddisfatta ha fatto bene il suo lavoro di custodia ed è contento che un gruppo di turisti sia venuto a visitare il museo nazionale. Usciamo e, mentre ci dirigiamo al pullman, scattiamo qualche foto.
Il tour prevede la visita al Museo del Tappeto, un continuo salire e scendere dal pullman, il tempo trascorre velocemente ed è già metà pomeriggio. Il sole è caldo ed il vento è costante, comprendo perché la gente lavora con lentezza, ad una continua esposizione solare e ventosa, la fiacchezza emerge costantemente. Durante il tragitto, si vedono le numerose, immense fontane che caratterizzano la città, il presidente ha voluto decine, centinaia di fontane nella città con lo scopo sia di rallegrare la vista, ma soprattutto di rinfrescare le calde giornate estive, lo spettacolo è veramente unico, fontane di ogni dimensione, forma, fantasia, dove l'acqua zampilla in ogni direzione creando spettacoli unici.
Noto delle persone che lavorano nella sistemazione delle aiuole ed alla pulizia delle strade, indossano fluorescenti giubbetti arancio per segnalare le loro presenza. E' la prima volta che, in questi paesi, vedo dei Dispositivi Individuali di Protezione di foggia occidentale. Questo presidente sta copiando velocemente il meglio che il mondo occidentale propone, d'altronde i palazzi di marmo sono delle joint-venture con le multinazionali francesi.
Ci muoviamo velocemente col pullman lungo le scorrevoli strade di Ashgabad, in poco tempo arriviamo al Museo del Tappeto (LP 468). È domenica, il museo è aperto ma la guida interna non sembra essere presente. Per visitare le sale occorre indossare delle pantofole come soprascarpe per non rovinare i tappeti posti sul pavimento. Ad un certo punto, come materializzatasi dal nulla compare la guida del museo. E' una ragazza ed in inglese, dove Maurizio traduce, ci spiega tutto sui tappeti. I tappeti del Turkmenistan sono noti in tutto il mondo, in modo errato, come tappeti di Bukhara. Le origini dei tappeti sono antichissimi e nei secoli l'arte ha potuto evolversi in vari modi. La struttura dei tappeti del Turkmenistan, si divide in 5 tipologie,ed ognuna denomina un tappeto diverso:
• Balkan;
• Dasugus;
• Abal;
• Lebap;
• Mary.
La tipologia fa riferimento ad una regione ed i tappeti sono distinguibili per disegni e colori caratteristici.
In numero cinque è una costante in Turkmenistan, la bandiera riporta cinque stelle, che rappresentano le cinque regioni ed i cinque principi dell'islam;
1. la testimonianza della fede;
2. la preghiera 5 volte al giorno;
3. il sostegno del povero;
4. l'osservare il digiuno durante il Ramadam;
5. il pellegrinaggio alla mecca.
In Turkmenistan, attualmente esistono ben 17 fabbriche di tappeti artigianali, dove i tappeti vengono fatti a mano. E' un'attività pesante e viene tramandata da madre in figlia, l'iniziazione all'arte del tappeto avviene all'età di 5 anni.
I tappeti sono fatti di lana di pecora. L'animale viene tosato due volte all'anno, la tosatura d'inverno viene venduta, quella primaverile serve per i tappeti. La lana di cammello serve per giacche, coperte o tappeti non pregiati.
.... segue ....
 
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