Parte centrale della Via della Seta, di Raffaele Banfi

« Older   Newer »
  Share  
S o n i a
view post Posted on 5/8/2006, 12:00 by: S o n i a


Group:
Administrator
Posts:
13,316
Location:
Trieste

Status:


lunedì 18 aprile 2005. Mary - Merv - parte prima

Sveglia alle 4,30, colazione veloce, partenza col pullman per recarci in aeroporto dove ci attende il volo nazionale per Mary. Sono 50 minuti di volo e risparmiamo 6/7 ore di pullman su strade, nel deserto, non molto scorrevoli.
Si decolla sempre in modo molto veloce, il panorama è il deserto rosso, montagne, colline, pianure, sempre e solo deserto. Atterriamo a Mary, dove ci attendono tre pulmini che per strade piene di buche, ci porteranno a visitare il centro archeologico di Merv, il tragitto è abbastanza breve, ed in qualche decina di minuti arriviamo alle mura della città fortificata di Merv (LP 482). La città tra il V ed il XII sec., era la più importante della zona e le cui origini risalgono il I sec. a.C.. Il complesso archeologico è vastissimo ricopre un'area di 100 km quadrati. Sono ben 5 le città che, in epoche diverse hanno caratterizzato la storia del luogo, distrutte da invasioni mongole e turche, venivano ricostruite in altro sito poco distante. Il concetto di "città mobile" deriva da questo fatto; la città, con mura d'argilla e paglia, distrutta non veniva ricostruita, ma riedificata leggermente distante. Per questo l'area interessata è vastissima ed è soggetta a numerosi scavi archeologici.
Accediamo all'aera visitando la parte più antica sorta nelle vicinanze di un fiume che ha caratterizzato la via della seta, un fiume imponente il cui letto era ampio anche 3 km (Alessandro Magno, impiegò tre giorni per attraversarlo con le sue truppe, utilizzando un ponte di barche). Fiume che ha una curiosità, sparisce nel deserto per poi riaffiorare molti chilometri a valle.
Lo spostamento delle città, oltre alla distruzione causata dagli invasori, derivava anche dallo spostamento dell'alveolo fluviale, senz'acqua, la vita diviene impossibile. Nelle vicinanze dell'antico letto del fiume gli archeologi hanno rinvenuto oggetti risalenti all'età del bronzo (visti nel museo nazionale di Ashgabad).
Il primo edificio che vediamo è la Mausoleo del sultano Sanjar (LP 483), a pianta quadrata, è costruito in 3 parti, altezza 37 mt, larghezza per lato 27 mt, spessore delle mura alla base 3 mt, in alto 2 mt, la cupola è doppia ed indipendente. La cupola esterna è sostenuta dalle mura laterali, mentre la cupola interna è sostenuta dagli archi interni. La cupola esterna era originariamente azzurra turchese, visibile ad un giorno di cammino nel deserto. Il sistema di drenaggio, per non intaccare le fondamenta, è fatto con 9 pozzi che arrivano a 6 mt di profondità.
Ci spostiamo ed arriviamo ai resti della prima fortezza risalente al VI sec. a.C. La superficie della fortezza è di 26 ettari, gli scavi iniziarono nel 1948. Attualmente tutto è ricoperto dalla terra trasportata per secoli dal vento. Da studi effettuai sembra che le mura difensive fossero a forma piramidale. Alessandro Magno sostò qui, ed alla sua morte, l'impero fu diviso tra i vari generali, all'epoca la società era multi-religiosa e vi erano i Buddisti arrivati nel IV sec a.C., i cristiani giunti nel III sec d.C., ma nel VI / VII sec d.C. gli Arabi, imposero l'Islam.
Proseguiamo il giro e ci fermiamo vicino ad una cisterna d'acqua realizzata nel XIX sec. che serviva per le abduzioni prima d'accedere alla laterale Moschea. Nell'arco acuto d'ingresso alla cisterna vi sono stucchi raffiguranti le piante di cotone; sulle colonne laterali della facciata, sono presenti delle decorazioni, realizzate in mattone cotto che raffigurano il segno matematico dell'infinito, posto come segno di protezione dal male.
Vicino alla cisterna, vi è il complesso religioso di Askbab's risalente al XV sec., fondato da un missionario islamico di Damasco, l'edificio fu distrutto dai mongoli, ma il figlio di Tamerlano (imperatore del XIV sec.) lo ha ricostruito. Successivamente danneggiato da terremoti, oggi è in fase di restauro. I 2 archi a sesto acuto sono stati rimaneggiati in più epoche e sono decorati nello stile di Bukhara e di Samarcanda, edifici unici nella zona. Le edicole poste frontali agli archi sono luoghi di venerazione, infatti riposa il missionario fondatore di questa struttura ed un altro santo locale.
Lasciamo questo complesso religioso e poco distante troviamo nella Kyz Kala (LP 483), i resti di un palazzo/fortezza, del VII sec., é il meglio conservato di una lunga serie di palazzi/fortezza, sorti lungo un canale derivato dal fiume. In 20 km di canale, sono stati ritrovati i resti di 40 palazzi/fortezza di varie dimensioni. Uno circa ogni 500 mt, ai tempi doveva apparire veramente una città imponente, fortificata ed incuteva chissà che timore a chi s'avvicinava.
Il palazzo/fortezza era l'abitazione di una singola famiglia. L'aspetto frontale modellato a colonne è risalente a prima dell'invasione islamica, poi questa struttura architettonica è stata abbandonata e sostituita con la classica muratura continua. Tutto il palazzo è realizzato con mattoni di argilla cotti al sole. La struttura del palazzo prevedeva l'accesso da una porta centrale, all'interno confinanti col muro esterno le camere ed al centro una colonna che sosteneva il tetto ligneo, gli archeologi ipotizzano fosse una terrazza. Tutt'intorno al palazzo esistevano delle mura di cinta più basse che avevano una doppia funzione, una prima di protezione in caso d'attacco e quella di contenere gli animali.
Lasciamo questi imponenti castelli d'argilla e ci dirigiamo verso un luogo di pellegrinaggio, il Mausoleo di Mohammed ibn Zeid (LP 483) del XII sec.. Vicino al Mausoleo degli edifici, sono abitazioni che fungono di punto d'appoggio per la sosta e per il ristoro dei pellegrini. Le abitazioni sono tipiche turkmene, la struttura esterna della casa è quadrata, le mura laterali sostengono un'unica cupola che funge da tetto, entriamo a vederla. L'interno si presenta semplice, funzionale. L'arredamento è scarno, tappeti per ogni uso, al centro della stanza una stufa serve per cucinare i cibi e riscaldare durante i mesi invernali. I muri sono bianchi di calce, la cupola è annerita dal fumo che esce dalla stufa, al centro della cupola un foro che ha la funzione di camino. Di primi acchito mi pongo il problema della pulizia e dell'ordine nella casa, poi pensando ad alcune baite che costellano il nostro arco alpino, vedo che la pulizia è decisamente migliore. Alle pareti una serie di amuleti per allontanare gli spiriti maligni, essendo questo luogo frequentato da molte persone la presenza di amuleti si manifesta importante. La signora che abita nella casa, si tranquillizza solo quando la guida gli dice che noi siamo delle persone buone. All'esterno due forni per la cottura del pane ed una serie di pentole per la preparazione della zuppa per i pellegrini. Sorridendo, penso noi turisti "ricchi" e veniamo "dispensati" da questa ospitalità.
All'interno della Moschea, la tomba del costruttore della stessa. Il minbar con i tappeti per la preghiera, sono rivolti verso la Mecca. All'esterno, legati su una pianta vi sono delle strisce di tessuto con funzione votiva lasciate dai pellegrini, lo sventolare di tante strisce mi rammenta il Tibet e lo sventolio delle preghiere. D'altronde siamo in Asia .....
Ripartiamo con i pulmini, ripercorriamo le mura esterne per ritornare a Mary (LP 480). L'alzata mattutina comincia a farsi sentire, si dorme durante il viaggio di oltre 30 minuti.
Arriviamo in città e sostiamo per il pranzo, il ristorante appare più un'abitazione trasformata all'occorrenza che un posto di ristoro ben organizzato, vi sono dei tavoli con sedie per 14 persone, gli altri devono sedersi su dei divani. Il menù è classico, verdure iniziali, zuppa con polpette di carne, patate e carote. Di secondo arrivano degli spiedini di carne, (pollo, montone, manzo e maiale) accompagnati da patatine.
.... segue ....

Edited by S o n i a - 5/8/2006, 14:09
 
Web  Top
27 replies since 5/8/2006, 08:17   2748 views
  Share