Parte centrale della Via della Seta, di Raffaele Banfi

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S o n i a
view post Posted on 5/8/2006, 13:12 by: S o n i a


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lunedì 18 aprile 2005. Mary - Merv - parte seconda
Le patatine hanno avuto successo col piccolo Gabriele, che dopo qualche giorno di cibo "tradizionale" finalmente riesce a mangiare qualcosa che decisamente gradisce. Alla fine del pranzo, un buon bicchiere di vodka aiuta la digestione.
Il rientro in aereo ad Ashgabad è previsto solo in serata, dobbiamo riempire il pomeriggio. Iniziamo col visitare il museo archeologico di Mary. Qui comprendiamo che il territorio del Turkmenistan è stato, storicamente caratterizzato dal percorso dei fiumi, e come visto a Merv il loro spostamento spostava intere città, il binomio acqua/vita qui è più che mai importante.
Vi è un plastico con la ricostruzione di Merv, Mussah fa una breve cronistoria dell'antico insediamento. Abitato dai greci che lo abbellirono con i suoi mausolei, lo fortificarono con le imponenti a vastissime mura e come già detto, fino al periodo islamico, era un centro multietnico e multireligioso. Il museo ospita molti reperti i più antichi sono dell'età del bronzo ritrovati a Merv, in altre sale sono presenti stupendi vasellami in alabastro, tubi in argilla per la canalizzazione dell'acqua con un diametro di 30 cm. Interessante la sala con vasellame lavorato i cui disegni riportati poi sui tappeti, sono diventati col tempo disegni classici. Ottime le sale contenenti gioielli, belle le campane buddiste. Vediamo delle foto degli ultimi Khan.
Saliamo al piano superiore il museo offre la parte dedicata alle tradizioni locali, alla cucina, ai vestiti, ai suppellettili per la casa, alla lavorazione della seta, agli utensili agricoli, all'abbigliamento per i bimbi, ai gioielli ed ai vestiti per le donne, alle armi, agli ornamenti per cavalli e cammelli, alla caccia con le tagliole per gli animali. Mi soffermo a guardare le foto esposte, sono dell'inizio del secolo sorso, rappresentano una serie di cacciatori con le relative prede, l'aspetto è di persone non estremamente pulite, indossano cappelli di astracan, cappotti lunghi e stivali. Osservando i dettagli delle foto immagino la loro "pulizia" ed il "profumo" dopo giornate trascorse in sella a cavalli o cammelli.
La parte terminale del museo è dedicata alla dominazione sovietica con una raccolta di oggetti fino al XX sec., tra l'altro sono esposte delle macchine meccaniche da cucire Singer, delle stoviglie, cose che si possono trovare tranquillamente da noi in qualche solaio o in qualche bancarella dei mercatini d'antiquariato. Sorrido per la capacità dei sovietici nel realizzare musei ovunque. In questo, le prime sessioni sono interessanti, mentre l'ultima è un pò "forzata" dall'imperialismo sovietico. Certo che fra qualche decennio, anche la terza parte avrà una sua valenza storica, che i sovietici siano i precursori di un nuovo futurismo museale?
Usciamo dal museo e ci accoglie una leggera pioggerellina, ci fermiamo un istante e poi facciamo un giretto al mercato della città, il mercato non è molto fornito, roba dozzinale ed anche il settore dei vestiti tradizionali è monotono. Dopo un pò usciamo e seduti su una panchina in un parco aspettiamo il resto del gruppo, quindi la partenza verso l'aeroporto.
Giungiamo in aeroporto ed aspettiamo che alle 19,40, il volo decolli, l'aeroporto regionale è "caratteristico", tabelloni con i volo scritti con lettere a composizione manuale (i tabelloni elettronici non sono ancora arrivati). Arriva l'aereo proveniente da Ashgabad, scendono i passeggeri e si prepara per il volo di rientro, l'impresa di pulizia che pulisce l'aereo è costituita da una signora attempata che armata di secchio di ferro e scopa di saggina, sale a bordo e ne ridiscende qualche minuto dopo col secchio pieno di pattumiera. Mentre aspetto osservo la gente che con noi è in attesa di salire sull'aereo, vi sono persone vestite con abiti occidentali e persone vestite con abiti tradizionali, da buon profano mi chiedo come facciano a pagarsi un volo in aereo. Guardo il biglietto che ho in tasca e vedo il prezzo: biglietto Ashgabad/Mary A/R costo 123.000 manen (1 euro = 30.000 manen), il biglietto costa meno di 4 euro, non posso crederci, vado a controllare in biglietteria e trovo la conferma. Un retaggio, un bel retaggio della cultura sovietica, viste le distanze, l'unico modo per muoversi all'interno delle vastissime regioni era ed è utilizzare l'aereo. Parlando con la guida, mi raccontava che a tempi delle repubbliche sovietiche, alcuni contadini per guadagnare, si recavano in giornata a Mosca per vendere le uova di loro produzione, sostenendo un tragitto tra andata e ritorno di oltre sei ore di volo.
E' sera quando rientriamo ad Ashgabad stanchi morti, il sole e l'alzata mattutina si fanno sentire. Dopo una giornata di viaggio, si ha voglia di rilassarsi. Arriviamo in albergo, doccia, ed alle 21,30 cena. L'antipasto è fatto da pizza, insalata russa e sorpresa: prosciutto crudo di Parma. Lo si degusta con immenso piacere. Tutta la cena è un sopraggiungere di gusti noti, dopo alcuni pasti tradizionali ci troviamo un menù italiano; tagliatelle o tortelloni di primo, pollo alla griglia o storione di secondo, gelato o tiramisù. l'ospitalità, lo stile inconfondibile del direttore dell'albergo, si nota. Una cena, inaspettata, veramente indimenticabile. Il tutto accompagnato da un vino turkmeno molto forte, 14° dal sapore intenso.
Terminata la cena usciamo a prendere una boccata d'aria, la temperatura è fresca, frizzante, due parole con altri componenti del gruppo e poi in camera a preparare le valige per lo spostamento del giorno dopo e recuperare le ore di sonno.
.... segue ....
 
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