Parte centrale della Via della Seta, di Raffaele Banfi

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S o n i a
view post Posted on 5/8/2006, 14:16 by: S o n i a


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mercoledì 20 aprile 2005. Bukhara - parte prima

Sveglia alle 7,30, colazione a buffet e partenza alle 8,45. Iniziamo la visita della città cosi tanto decantata. La curiosità sta proprio aumentando. Col pullman velocemente percorriamo i viali intorno all'albergo e giunti nella parte vecchia della città c'infiliamo in una strada sterrata, siamo arrivati, scendiamo e ci troviamo nel bel mezzo di un cantiere, stanno lavorando per la sistemazione di un parco, dove enormi alberi d'acacia fanno ombra. Ci avviciniamo ad una costruzione fatta di mattoni cotti, è il Mausoleo di Islmail Samani (LP 237) 892-942 d.C. L'architettura del mausoleo è particolare, pianta quadrata con un tetto che s'allarga quasi a formare un corona, la parte superiore è costituita da una cupola. I muri sono di 180 cm. di spessore, nella parte alta dell'edificio appena sotto la cupola, esiste un camminamento che ha la funzione di far circolare l'aria fresca proveniente da nord. Tutta la costruzione è fatta di mattoni cotti, i pilastri portanti e decorazioni sono fatte con mattoni orientati in modo differente. All'epoca della costruzione, le decorazione in ceramica colorata non era ancora nota, sarà importata dagli arabi qualche secolo dopo. L'orientamento dei mattoni rende la struttura veramente armonica. Originariamente il Mausoleo era inserito in un cimitero ma nel 1922 i bolscevici, lo hanno distrutto per realizzare un parco dei divertimenti. I lavori in corso, di cui abbiamo attraversato il cantiere servono a riportare l'area alla sua iniziale sacralità eliminando quello che resta del parco dei divertimenti. Attualmente il Mausoleo è un luogo di pellegrinaggio e sono molti i pellegrini che vi giungono, bevono l'acqua del pozzo che sorge nelle vicinanze ed esprimono i loro desideri. Per far che questi siano esauditi fanno tre giri del Mausoleo in senso antiorario. Sembra strano che in una nazione dove la religione è stata repressa per anni, alcune forti tradizioni siano sopravvissute lo chiediamo a Nurik e ci spiega che queste tradizioni si sono conservate grazie al sufismo.
Il sufismo è una derivazione dell'islam, nasce in Arabia e si sviluppa molto in Asia, è molto diffuso a Bukhara. E' caratterizzato da una vita asceta e la sua caratteristica è di far si che le persone possano resiste a qualsiasi condizione geo/politica. "Io sono solo in mezzo alla gente" è il motto dei sufisti (durante il tour, troveremo molti altri riferimenti).
Abbandoniamo il Mausoleo di Ismail Samani ed attraversando il parco, poco distante troviamo il Mausoleo di Chashma-Ayub (LP 237) "Gli occhi di Giobbe" , edificio del XII sec. Qui si vedono i primi esempi di decorazione con ceramica colorata. L'edificio presenta una doppia cupola, sono presenti file di 6 - 8 - 12 finestrelle orientate e posizionate in modo proporzionale al diametro della cupola. La leggenda racconta che il Profeta Giobbe, transitando in quel luogo, infestato d'acqua salmastra per la presenza di sale nel deserto, ha individuato la sorgente d'acqua potabile. Sorgente attiva ed ancor oggi ed è il punto di partenza della tubazione che rifornisce la cisterna d'acqua della città.
All'interno del Mausoleo un Sarcofago cui la leggenda vuole riposi Giobbe, ma Nurik ci illustra che un detto, che facendo riferimento al "Il libro dell'Islam" (i 1.200 detti del Profeta Maometto), nel sarcofago non vi sia il corpo di Giobbe.
Alle parerti sono appese alcune foto di cisterne d'acqua, che collocate ogni 40/42 km nel deserto permettevano ai cammelli ed agli uomini di potersi dissetare. Attualmente in Uzbekistan esistono solo 2 cisterne originali.
Terminata la visita della Mausoleo, Nurik, involontariamente, pronuncia una parola che nei giorni successivi si rivelerà magica: mercato!
All'inizio del mercato vedo delle stoffe tradizionali ed alcune bancarelle di cibo. Poco interessato vado in cerca di qualcosa di caratteristico e lo trovo, la parte coperta è molto bella, inizio dal settore delle spezie, la si riconosce subito dal profumo profuso, i sacchi delle spezie sono accatastati in modo ordinato, anche l'occhio viene appagato da tanto ordine e dalla moltitudine di colori. Il settore successivo riguarda la frutta e la verdura, anche qui l'ordine regna sovrano, la frutta è accatastata con ordine e pulizia. Il settore del pane è caratterizzato dalla fragranza del pane appena sfornato, quello dei dolci è un'esplosione di colori. L'ultimo settore, in una parte a sé dedicata è la macelleria: ordinata e pulita. Avendo ben presente quanto visto in altri mercati, mi soffermo alcuni momenti a guardare tanto ordine e tanta pulizia. All'esterno è un susseguirsi di bancarelle con vestiti impreziositi di ricami dorati, di bancarelle dove vendono riso e legumi. Verso la parte esterna ci sono i venditori di attrezzi agricoli, e di pollame (anche qui vale quanto visto nel mercato di Ashgabad), alcune persone, su semplici stuoie espongono singoli utensili e raccorderai idraulica usata. Osservando bene le persone mi accorgo che sono presenti diverse etnie, tendenzialmente diminuiscono i tratti mongoli ed aumenta quelli turchi, le persone hanno la scura, i lineamenti sono belli e giovanili. Anche le persone anziane esprimono una bellezza unica.
Usciamo dal mercato e riprendiamo il pullman, poca strada e nuova sosta, siamo in prossimità della Moschea di Bobo-Hauz (LP 237), costruzione del 1718. La struttura iniziale era fatta con una serie di cellette ed aveva tre ingressi. Il portico ligneo è del 1917, costituito da 18 colonne in legno d'olmo. Alla decorazione del soffitto hanno lavorato gli artigiani provenienti dalle tre valli che caratterizzano la regione. Le decorazioni, raffinatissime, dei minbar, delle travi e del soffitto, attirano l'attenzione. Utilizziamo il binocolo per veder i particolari e restiamo veramente stupiti da tanta bellezza, le decorazioni sono a motivi floreali, uno spettacolo impareggiabile.
Attorno alla Moschea una donna agita un padellino da cui fuoriesce un fumo intenso con un odore caratteristico, acre e solo alla fine compare un leggero profumo d'incenso. E' una zingara mendicante che chiede la carità in cambio della scacciata del malocchio. Nurik, dicendogli qualcosa l'allontana velocemente.
Frontale alla Moschea una vasca ottagonale, originariamente aveva la funzione di drenare dell'acqua delle fondamenta della Moschea, essendo un terreno ricco di salgemma, l'acqua veniva convogliata nella vasca in modo da non intaccare la struttura dell'edificio.
Successivamente la vasca fece parte di una serie di 80 che servivano come unico deposito d'acqua per la città, ma essendo acqua ferma questo creò grossi problemi di salute diffondendo di pestilenze e malattie varie.
Nel 1922 i bolscevici realizzarono un acquedotto ed interrarono le vasche. Oggi qualcuna è stata rimessa in funzione non tanto per l'uso dell'acqua potabile, ma per l'originaria funzione drenante.
Poco distante dalla Moschea vediamo l'imponente muraglia della cittadella l'antica fortezza chiamata l'Ark (LP 235). L'origine della fortezza risale al IX sec., costruita su una collina artificiale per dominare meglio il territorio ed aumentare le mura di difesa. La leggenda dice che il suo perimetro è stato delimitato tagliando in piccole strisce, in modo continuativo, una pelle di montone. La superficie è di 4 ettari. La cittadella fu distrutta dagli arabi e poi ricostruita, è a forma irregolare, infatti l'architetto ha realizzato il complesso posizionando le torri secondo la costellazione dell'orsa maggiore. L'altezza delle mura variano dai 16 ai 24 metri. L'ultimo restauro risale al XVII sec.. Nel 1922 i bolscevici hanno distrutto, a cannonate, l'80% della cittadella. Attualmente è visitabile solo la parte restaurata.
Il portale d'ingresso di sviluppa su tre piani al primo piano vi erano le guardie, al secondo i cuochi ed al terzo i musici che annunciavano con suoni di trombe, l'entrata e l'uscita dell'Emiro dal palazzo. Ai lati due minareti con stanze sviluppate su più piani.
.... segue ....
 
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