L'Australia, il viaggio della vita!, di Mirko

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S o n i a
view post Posted on 8/8/2006, 21:02 by: S o n i a


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Ringrazio Mirko che mi ha autorizzato a pubblicare il diario del suo viaggio in Australia. Un lungo itinerario attraverso panorami e paesaggi suggestivi.

L'Australia, il viaggio della vita!
Il "mondo sottosopra" non finisce mai di affascinare

Itinerario
16/8/2005 MILANO
Finalmente! Dopo 7 mesi di preparativi e ore passate sul web siamo pronti per partire. Alle 13.45 io (Mirko) e il mio amico Daniele abbiamo il primo dei 10 voli previsti di tutta la vacanza: il Milano-Dubai.
Incredibilmente ci capitano due favolosi posti vicino all’uscita di emergenza che rendono il viaggio tutto sommato confortevole. In circa 6 ore siamo nella capitale degli Emirati Arabi.

17/8 DUBAI
Alle 0.20 locali atterriamo nella capitale degli EAU. Il clima al di fuori dell’aerostazione è insostenibile: 35 gradi! Non osiamo immaginare quanti ce ne possano essere di giorno, anche se voci di corridoio suggeriscono che a volte si sfiorano i 50 gradi! Pertanto la mezza idea di visitare Dubai by night in attesa del successivo volo svanisce a contatto con l’atmosfera circostante. Vorrà dire che le prossime 10 ore in attesa del volo Dubai-Sydney le trascorreremo all’interno dello sfarzoso aeroporto arabo. Peccato perché sarebbe bastata una semplice telefonata alla Emirates per ottenere una stanza d’albergo gratuitamente. Ad averlo saputo prima…
Il Duty Free è qualcosa di esagerato, oserei dire uno schiaffo alla povertà. Ma dopo un giro dettato più dalla curiosità che dalla reale volontà di fare acquisti, ci adagiamo sulle poltrone dell’aeroporto con la speranza che Morfeo ci rapisca in un sonno prolungato.
Così non è perché lo speaker non chiude il becco un secondo, pertanto per poter riposare decentemente dovremo aspettare i sedili dell’aereo, anche se dubito che cambierà qualcosa.

18/8 SYDNEY
Alle 8 locali e dopo 14 ore di volo arriviamo a destinazione. Il lungo volo è stato però reso meno pesante del previsto in virtù del fatto che l’aereo era mezzo vuoto pertanto siamo riusciti ad ottenere cinque5 posti in due. Inoltre l’entusiasmo e l’ottima qualità della compagnia aerea hanno fatto il resto. Dopo l’iter doganale, prendiamo un taxi che ci porta verso il nostro primo alloggio: un ostello a King’s Cross. Rimaniamo stupiti da noi stessi quando ci accorgiamo che non abbiamo assolutamente sonno e che la smania di fare due passi nella capitale del New South Wales supera di gran lunga la stanchezza. In fin dei conti siamo dall’altra parte del mondo, in una terra che abbiamo sempre visto come un miraggio e che ora invece stiamo calpestando. Si, il letto può decisamente attendere.
Il giro è breve, ma sufficiente per galvanizzarci più di quanto già non fossimo. La giornata è stupenda, il cielo limpido e il sole scalda a sufficienza per permetterci di sfoderare magliette a maniche corte. La metropolitana è semplice da prendere e collega molto bene il nostro quartiere a tutta la città. In un attimo arriviamo davanti all’Opera House e ad Harbour Bridge, i simboli di Sydney. La vista sulla baia è mozzafiato e le vele bianche dell’Opera House sono uno scenario unico, che finora avevamo apprezzato solo in foto.
Verso le 13 decidiamo di tornare in ostello e rinviare il giro completo della città ai prossimi due giorni, anche perché ora le palpebre cominciano a pesare. Puntiamo la sveglia del cellulare per le 18 in modo da poter poi organizzare la prima serata in continente oceanico con calma. In realtà il cellulare non suona e ci svegliamo solo alle 22! Abbiamo dormito più di 8 ore senza neppure accorgercene. Usciti in fretta e furia e messo al volo un trancio di pizza sotto i denti, ci lanciamo dentro uno dei tanti disco-pubs che popolano le vie di King’s Cross. Il locale (Empire Hotel) è carino, in tipico stile British, con musica pop e la gente che man mano che passono i minuti diventa sempre più ubriaca. Ma si sa che la cultura dell’alcol è propria di questi posti. Cerchiamo di adattarci ma non è serata, siamo troppo cotti.
Alle 2 siamo a letto convinti di dormire come ghiri. Errore! Alle 5 abbiamo già gli occhi spalancati. Ambientarci al nuovo fuso non sarà così semplice.

19/8 SYDNEY
Il tempo è un po’ bizzarro e ci fa cambiare più volte il programma giornaliero. Quando però il sole sconfigge definitivamente le nuvole optiamo per il tour della Baia e per un giro nella zona di Darling Harbour e nel quartiere universitario di Glebe.
Scesi con la metropolitana alla fermata di Martin Place, ci incamminiamo verso la Sydney Tower per salire fino alla discreta quota di 305 metri e ammirare così l’intero scenario della metropoli. Arrivati all’ingresso ci accorgiamo però che il biglietto costa 22 dollari, decisamente troppo per una toccata e fuga sulla cima della torre. Ci allontaniamo perciò dalla mastodontica costruzione e ci dirigiamo verso Darling Harbour. Quello che sulle guide veniva descritto come un interessante quartiere che metteva a confronto le nuove strutture con quelle di inizio secolo si rivela un po’ deludente, poiché tale confronto non appare poi così evidente.
Rimaniamo piacevolmente colpiti dal constatare che banche e gioiellerie sono aperte come se fossero macellerie; nessun metal detector, nessuna guardia, insomma l’esatto contrario rispetto all’Italia. Anzi a pensarci bene e facendo mente locale ci accorgiamo che in due giorni non abbiamo visto o sentito alcuna sirena della polizia in funzione.
Proseguendo verso Chinatown e costeggiando il Chinese Garden, si arriva sino ad Haymarket. Qui c’è un grande centro commerciale, ma ciò che consigliamo vivamente è il mercatino locale che si trova sotto un portico accanto al centro. Il mercatino si chiama Paddy’s ed il più economico in assoluto per poter effettuare acquisti di ogni tipo: vestiti, scarpe, maglioni, cappelli, souvenirs, boomerangs. L’unico inconveniente è che è aperto solo dal giovedì alla domenica. Io faccio razzia di souvenirs, Daniele invece, dopo due ore di totale indecisione, fa l’acquisto della vacanza: un cappello di pelle australiano (stile Crocodille Dundee) per il quale deriderò fino a Milano.
Abbandonato il mercatino prendiamo un trenino che di economico ha ben poco e andiamo a far visita al quartiere di Glebe. Questa zona, consigliata su internet da un traveler come eccezionale per il divertimento giovanile, si rivela tutt’altro che interessante. Cittadina molto tranquilla (fin troppo), zero locali, zero negozietti per far compere, insomma tempo perso.
Alle 15 ci spostiamo verso Circular Quay per poter effettuare la crociera della baia. Il costo della crociera è uno sproposito, ma non possiamo lasciare Sydney senza aver ammirato la sua favolosa baia. Adottiamo quindi uno stratagemma: utilizziamo il Daytripper precedentemente acquistato, ossia il biglietto per poter prendere tutti i mezzi di trasporto per 24ore (15 AUD), e ci imbarchiamo sul Manly Ferry Boat. La barca ci permette di fare avanti e indietro da un molo distante una quarantina di minuti da Circular Quay. In tal modo riusciamo a vedere il panorama di Sydney dalla baia senza farci spennare.
Tornati in ostello ci diamo una lavata e siamo pronti per la seconda serata in territorio australiano.
Dopo aver girato per quasi un’ora imbocchiamo Oxford Street e decidiamo di fermarci a mangiare in un ristorantino spagnolo. La cena non è niente male, ciò che ci lascia perplessi è vedere che tutta la zona di Oxford Street è piena di omosessuali. Alziamo quindi i tacchi e torniamo in zona ostello dove lì locali e fauna femminile non mancano.
Rincasando in stanza alle 3 di notte la domanda è: ce la faremo ad agganciare definitivamente il fuso orario?

20/8 SYDNEY
Terza e ultima giornata a Sydney.
All’acquario vicino Darling Harbour preferiamo un giretto al quartiere di The Rocks dove ci imbattiamo in un altro mercatino però meno economico del Paddy’s.
Già a mezzogiorno siamo stanchi, e consci che la giornata da qui al volo di domattina delle 6 per Alice Springs sarà lunga, optiamo per un ritorno precoce in ostello con pennica pomeridiana incorporata. Prima di appoggiare la testa al cuscino visitiamo però la cattedrale di St Mary e l’antistante Hide Park, che non ha nulla a che vedere con quello di Londra.
In serata torniamo in centro per vedere come cambia il quartiere di Darling Harbour al calare del sole. La zona sembra letteralmente trasformata: se ieri mattina ci aveva deluso, stasera ci sta favorevolmente stupendo. Tutto intorno al porto è pieno di luci, di ristoranti e di locali, la gente affolla le vie in attesa di decidere dove trascorrere la serata. Sembra di essere sui Navigli a Milano. Il grosso problema è che qui c’è una ferrea selezione all’ingresso riguardo all’abbigliamento e/o la lista di ingresso. Purtroppo non siamo a Milano e i nostri vestiti sono tutt’altro che eleganti, pertanto non riusciamo ad entrare da nessuna parte. Poco male, torniamo a King’s Cross e ci tuffiamo in un locale in cui il requisito per l’ingresso è solo il passaporto. Si, proprio così, per entrare nei locali bisogna mostrare un documento valido, in particolare durante i weekend, altrimenti non entri da nessuna parte.
Rimaniamo in vita fino alle 4 e senza chiudere occhio ci trasferiamo in aeroporto dove ci attende il primo volo con la compagnia low-cost australiana Virgin Blue. Meta: Alice Springs, via Adelaide.
continua...
 
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5 replies since 8/8/2006, 21:02   1491 views
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