L'Australia, il viaggio della vita!, di Mirko

« Older   Newer »
  Share  
S o n i a
view post Posted on 8/8/2006, 21:19 by: S o n i a


Group:
Administrator
Posts:
13,316
Location:
Trieste

Status:


21/8 ALICE SPRINGS
Arriviamo ad Alice Springs quando è appena passato mezzogiorno. La voglia di fare un giretto in città ci sarebbe anche ma siamo troppo stanchi per camminare. L’ideale in questo momento è un bel sonno ristoratore. Prendiamo pertanto alloggio all’ostello prenotato e ci infiliamo immediatamente sotto le coperte.
In serata bisteccona ai ferri e due salti nell’unico localino della città. Da domani inizia l’avventura col camper.

22/8 AYERS ROCK
Sarà per l’emozione del camper, sarà molto più probabilmente per il fuso orario ancora da smaltire, fatto sta che alle 5 siamo già con l’occhio pallato.
Alle 9 siamo puntuali come svizzeri davanti al rimessaggio della Britz dove attendiamo che ci venga consegnato il camper prenotato mesi prima tramite bonifico bancario. Per fortuna non ci sono intoppi e alle 11 siamo già in marcia. Ovviamente prima di lasciare Alice Springs decidiamo di fare una mirata spesa al supermercato per evitare spiacevoli inconvenienti durante il tragitto nel deserto.
La prima destinazione è il famoso monolite australiano: Uluru, meglio conosciuto come Ayers Rock.
Il camper è molto semplice da guidare nonostante il senso di marcia a sinistra e la segnaletica stradale è ottima. Il problema maggiore si rivela invece la tenuta di strada del mezzo molto condizionata dal forte vento laterale. A parte questo inconveniente la guida è abbastanza monotona, e il paesaggio, benché caratteristico, molto ripetitivo. Il passatempo preferito diventa pertanto ascoltare musicassette con la radio e salutare quei pochi guidatori che si incrociano per la strada. Eh si perché una delle caratteristiche della guida nel deserto è proprio il saluto tra guidatori, ossia un semplice cenno di intesa dai rispettivi mezzi col fine di verificare che sia tutto ok.
Dopo circa 200km in direzione sud troviamo il primo benzinaio e decidiamo di fare il pieno.Il risparmio è molto contenuto rispetto a quanto prevedevamo, soprattutto nel deserto. Il costo del prezioso liquido può variare di giorno in giorno e si aggira sui 140/150 cent. di dollari australiani (circa 1 euro/lit). In città si può invece trovare una tariffa anche inferiore ai 120 AU$ (0,84 euro/lit).
Alle 15.30 siamo in vista del monolite ed in circa 30 minuti arriviamo all’ingresso del parco. Il costo per il transito è di 25 dollari a testa ed ha una validità di tre giorni. La prima tappa è il centro informativo aborigeno che sconsigliamo in quanto poco esplicativo nonostante la traduzione dei contenuti in più lingue, tra cui anche l’italiano. Abbandonato il centro puntiamo diretti al monolite ed in breve arriviamo al parcheggio collocato ai piedi del sentiero per la scalata. La scalata sconsigliata dagli aborigeni, ma non proibita, è un MUST di Ayers Rock e tutti si cimentano nel raggiungimento della vetta. Noi ci fermiamo a metà; un po’ perché siamo due scoppiati, ma soprattutto perché il sole sta calando e uno degli aspetti più significativi di Uluru è osservare il cambiamento di colore che assume la roccia al tramonto e all’alba.
I punti di avvistamento per alba e tramonto sono diversi ma facilmente raggiungibili perché indicati sia dalla segnaletica stradale, che dalla guida che consegnano i rangers all’ingresso del parco. L’immagine che ci si presenta innanzi al momento del tramonto è stupenda! Il masso gigante sfuma via via che il sole sparisce dal rosso-marroncino a marrone scuro: favoloso!
Stanchi morti per la lunga giornata trascorsa al volante ci dirigiamo col nostro bolide verso l’Ayers Rock Resort, un complesso di bungalow e piazzole a pochi km dal monolite. Il campeggio è abbastanza caro, ma la cosa che più ci colpisce è vedere che non ci sono barriere o controlli che filtrino l’ingresso. Chi ha fatto campeggio in Italia sa bene cosa voglio dire. In sostanza: se si vuole (ma solo se si vuole) qui fare i portoghesi è davvero un gioco da ragazzi…

23/8 MONTI OLGAS e KINGS CANYON
Alle 6 siamo già svegli per poter ammirare la roccia anche durante l’alba. Così come al tramonto, anche all’alba Uluru da il meglio di sé, virando sfumatura decine di volte, anche se il rosso vivo rimane comunque quella predominante.
Dopo aver scattato un’infinità di foto ci rimettiamo alla guida per raggiungere i monti Kata Tjuta, meglio noti come Monti Olgas (36 formazioni rocciose che spuntano dalla terra col deserto attorno). La distanza da Ayers Rock è di soli 50km e in meno di un’ora siamo già nell’anfratto principale che separa i due costoni di roccia più grandi. La passeggiata sarebbe anche potuta essere gradevole, peccato che il vento (simil bora) ci abbia paralizzato totalmente faccia e orecchie!
Allontanati dai Monti Olgas, compiamo il percorso effettuato il giorno prima a ritroso, con l’intento di spingerci fino al Kings Canyon. Qui ci capita il primo contrattempo se possiamo chiamarlo così: siamo costretti ad un’imprevista deviazione per evitare di rimanere a secco; ciò ci servirà da lezione e d’ora in poi faremo benzina ad ogni distributore!
Dopo circa 300km siamo nel Kings Canyon. Forse ancora accecati dalla maestosità di Ayers Rock e dal panorama dei Monti Olgas, quest’ultima nostra tappa giornaliera ci sembra un po’ insipida. Il contrasto tra il rosso vivo della terra e il verde delle piante è notevole ma questo è forse l’unico aspetto che ci ha colpito.
Prima del calar del buio siamo già nel Resort limitrofo e nel ristorante adiacente sperimentiamo per la prima volta la carne di canguro: sapore particolare, abbastanza forte, ma nel complesso non male. Da provare.

24/8 ALICE SPRINGS
Oggi ci attende solo una tappa di trasferimento che ci riporti dal profondo Outback ad Alice Springs, in modo che da domani potremo puntare verso il nord e la zona dei parchi naturali attorno a Darwin.
Alle 13 siamo già ad Alice Springs, in netto anticipo rispetto alla tabella di marcia. Ne approfittiamo quindi per visitare il museo dei rettili che si trova in pieno centro, a discapito della stazione telegrafica che al contrario richiede uno spostamento col camper. La visita è piuttosto breve e della spiegazione collettiva che offre la bella guida australiana capiamo solo la metà. Non importa perché i rettili sono veri, così come il coccodrillo di 3,3 metri che occupa le acque della piscinetta per lui allestita dal museo.
Serata tranquilla, con replica di carne di canguro, stavolta meno gradevole della sera precedente causa salsa un filo acidula.
continua...

Edited by S o n i a - 8/8/2006, 22:36
 
Web  Top
5 replies since 8/8/2006, 21:02   1492 views
  Share