L'Australia, il viaggio della vita!, di Mirko

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S o n i a
view post Posted on 8/8/2006, 21:36 by: S o n i a


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25/8 TENNANT CREEK
Oggi ci attendono 500km, tanti sono quelli che separano Alice Springs da Tennant Creek. La strada è terribilmente dritta, pochissime curve e il paesaggio che progressivamente va mutando dal rosso vivo del deserto al verde chiaro della vegetazione che riprende corpo.
A circa metà strada ci fermiamo ad ammirare i famosi Devils Marbles, enormi massi rotondeggianti che secondo la tradizione aborigena rappresenterebbero le uova deposte dal Serpente Arcobaleno. Scenario e paesaggio sono unici, peccato che le solite fastidiosissime mosche e la comparsa del primo vero caldo che proviamo da quando siamo qua, rendano il tutto una semplice toccata e fuga fuori dal camper per poter scattare le foto di rito.
Tennant Creek è una tappa intermedia obbligatoria per chi vuole andare da Alice Springs a Darwin e poco altro. Pochi negozi, pochissimi ristoranti e molti aborigeni. Già gli aborigeni… che dire dei padroni di casa? Che sono stati sfrattati! Con l’arrivo dei bianchi e con le direttive del governo australiano l’uomo aborigeno si è visto sempre più emarginare dalla società. Si vedono in giro per le strade in gruppo, scalzi, con un’igiene che definire poco curata è un eufemismo, il più delle volte ubriachi o comunque con la bottiglia in mano. Tutto questo sembra assurdo se si pensa che la popolazione australiana è formata per lo più da immigrati che vanno d’amore e d’accordo e che si sono integrati al meglio nella società. Come è possibile che gli indigeni del posto siano finiti così in disgrazia?

26/8 MATARANKA e KATHERINE
Con la giornata di oggi abbandoniamo definitivamente l’Outback australiano per trasferirci nella zona dei parchi naturali vicina a Darwin. I km totali odierni sono più di ieri: 650!
La destinazione finale è la cittadina di Katherine, trampolino di lancio per la giornata di domani.
Il viaggio è lungo e monotono. In noi affiorano i primi malanni fisici: Daniele è messo KO da raffreddore e mal di gola, io solo da quest’ultimo.
Per fortuna la tratta non è diretta, in quanto a un centinaio di km da Katherine decidiamo di svagarci un po’ all’interno del parco di Mataranka. Lo svago è dato dal primo bagno della vacanza; peraltro assolutamente atipico poiché svoltosi all’interno di una piscina termale (Thermal pool Mataranka) con acque superiori ai 30 gradi. Non chiedeteci però come sia possibile che da un circolo collaterale di un fiume locale si possa generare una tale temperatura dell’acqua.
Dopo il bagno tutt’altro che “rinfrescante”, ci rimettiamo in marcia verso Katherine.
Anche a Katherine come a Tennant Creek, il numero di aborigeni è elevato e l’ordine e la pulizia di alcuni giardini pubblici lascia un po’ a desiderare. Se non altro qui la vita notturna è un filo più accesa e ci permette così di rincasare (anzi “rincamperare”) oltre la mezzanotte e non alle 21.30 come il giorno precedente.

27/8 KATHERINE GORGE
Sveglia ragionevole alle 9.30 e via… destinazione Katherine Gorge. Katherine Gorge è una località in cui il fiume Katherine va a confluire in 13 gole progressivamente più piccole. I turisti possono decidere di discendere le acque del fiume seduti su un comodo battello oppure in canoa. Noi da buoni sportivi optiamo per canoa e pagaia.
La giornata è stupenda! Il cielo è azzurro, senza una nuvola e il sole scalda come un termosifone. Ci sono pertanto tutti i requisiti per un’ustione di primo grado. Da buone mozzarelle quali siamo ci cospargiamo di crema ad alta protezione e a posteriori abbiamo la certezza di aver agito al meglio.
Data la nostra totale mancanza di allenamento scegliamo di noleggiare la canoa per due ore e di addentrarci solo fino alla fine della prima gola.
E’ la prima volta che navighiamo in un fiume. E ce ne accorgiamo subito: altro che Fantozzi e Filini nelle fogne di Calcutta, sembravamo Montesano e Pozzetto in “Noi uomini duri”! Il panorama è davvero bello, con lo specchio d’acqua limpido racchiuso tra due costoni di roccia a strapiombo. Talvolta ai lati del fiume si vedono spiaggette vuote con tanto di segnaletica: Attenzione, area di riposo per coccodrilli!
Nel nord dell’Australia ci sono due tipi di coccodrilli: i saltwater (di acqua salata e ritenuti pericolosi per l’uomo) e i freshwater (di acqua dolce e non pericolosi se non disturbati). Nel fiume Katherine vivono solo i freshwater crocodiles e infatti è consentita la balneazione. Noi non ne abbiamo visti e di questo ne andiamo felici…
Arrivati in fondo alla gola facciamo il bagno e torniamo indietro quando l’orologio segna le 13.
Dopo aver pranzato, con il sole a picco, ci rimettiamo in strada. Destinazione: Kakadu National Park. Il Kakadu è un parco molto esteso che si trova a circa 150 km da Darwin ed è considerato patrimonio protetto dell’umanità. La nostra intenzione è quella di arrivare a Cooinda e di trovare una sistemazione per la notte, in modo da essere pronti per effettuare domattina la crociera sulle Yellow Waters. Le Yellow Waters sono delle imbarcazioni che navigando lungo il fiume consentono di ammirare da vicino tutta la fauna al risveglio, coccodrilli compresi.
Ma arrivati sul luogo ci accorgiamo, come spesso già accaduto altre volte durante la vacanza, che il prezzo per l’escursione è abbastanza caro: 42 dollari a testa. Dopo mezz’ora di totale indecisione, optiamo per il NO Yellow Waters. Vorrà dire che troveremo qualcosa di alternativo per osservare i coccodrilli dal vivo.

28/8 KAKADU NATIONAL PARK
Ancora dispiaciuti per aver rinunciato alla crociera sulle Yellow Waters cerchiamo di trovare qualche alternativa all’altezza. Purtroppo sfogliando il depliant illustrativo datoci dalla reception del resort di Cooinda, ci accorgiamo che il Kakadu è davvero un bellissimo parco, ma che la stragrande maggioranza delle sue attrazioni sono raggiungibili solo con mezzi motorizzati 4X4. Peccato che il nostro camper non lo sia; di conseguenza la scelta sulle cose da vedere si restringe notevolmente.
Alla fine decidiamo di visitare il sito aborigeno di Ubirr in mattinata e di avventurarci sul fiume Adelaide nel pomeriggio per vedere il Jumping Crocodiles.
Il sito di Ubirr, fidatevi, non è niente di che… Ci sono poche pitture aborigene riprodotte sulla roccia che risalgono a tremila e passa anni fa. Disegni che peraltro hanno un significato assai vago e dal dubbio gusto estetico. Insomma, se pensiamo a ciò che romani, greci ed egizi hanno consegnato alla storia capite bene che il paragone non si pone neppure.
Ciò che invece è apprezzabile è il panorama che si può ammirare dal punto più alto del sito, ove si colgono pianure e laghetti circostanti in totale silenzio.
A metà mattinata schiodiamo da Ubirr e ci dirigiamo verso l’uscita del Kakadu Park. Uscendo dal Kakadu e seguendo la strada che porta a Darwin si arriva all’Adelaide River. Questo fiume è famoso perché qui vengono organizzate crociere ad orari differenti (tre al giorno), della durata di circa due ore, in cui è possibile vedere i coccodrilli in azione. Il costo della crociera è di circa 30 dollari, non economicissima, ma sempre meno cara di quella sulle Yellow Waters. In definitiva di uccelli e piante a noi interessa poco, ciò che ci preme assolutamente vedere prima di tornare in Italia sono i coccodrilli.
La crociera è proprio come ce la aspettavamo: uno spettacolo per turisti che di improvvisato ha ben poco, ma clamorosamente bella perché permette di osservare i coccodrilli a un tiro di schioppo. In pratica coccodrilli, lunghi anche 6 metri, vengono richiamati nei pressi della barca da un’esca (una braciola di maiale) attaccata ad una canna. Il pezzo di carne viene usato dal pescatore per far saltare il coccodrillo fuori dall’acqua con l’intento di mostrarlo ai turisti in tutta la sua lunghezza. Il reportage fotografico è d’obbligo.
Conclusa la crociera, ci riportiamo sulla Stuart Highway, ma anziché seguire l’indicazione per Darwin ci dirigiamo verso sud in direzione Litchfield Park, dove domani ci aspettano un po’ di bagnetti sotto le cascate.
continua...
 
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5 replies since 8/8/2006, 21:02   1492 views
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