L'Australia, il viaggio della vita!, di Mirko

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S o n i a
view post Posted on 8/8/2006, 21:52 by: S o n i a


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29/8 LITCHFIELD PARK
La notte trascorsa all’Adelaide River (da non confondere col fiume dell’escursione. Questo è un paesino dove passa il fiume, ma la crociera si fa in tutt’altro punto) si rivela, come spesso accaduto nei giorni precedenti, molto lunga in quanto dopo le 22 si spengono le luci e tutti a nanna.
Poco male, vorrà dire che oggi saremo più riposati.
La strada per arrivare al Litchfield Park non è lunga e alle 10 siamo già ai piedi delle Florence Falls. Queste cascate non sono giganti, ma la vera figata è che l’acqua è calda e fare il bagno è davvero un toccasana. Così come per la canoata sul fiume, anche il bagno sotto le cascate è novità assoluta per noi.
A 10 minuti dalle Florence Fall ci sono le Rockholes. Come dice già il nome, non sono altro che dei grossi buchi scavati nelle rocce profondi 3-4 metri dove è possibile stare a mollo nell’acqua a godersi il sole, oppure fare dei tuffi. Conosciamo due ragazze di Melbourne in vacanza e ci intratteniamo un po’ con loro. Non sono per nulla belle, ma se non altro torniamo ad avere contatti con la società dopo qualche giorno di clausura.
Lasciato il Litchfield Park, raggiungiamo Darwin, nostra ultima meta prima di riconsegnare il camper domani pomeriggio.

30/8 DARWIN
Oggi è una giornata di totale transizione. Alle 16 dobbiamo consegnare il camper alla Britz, mentre all’1.30 abbiamo il volo per Cairns. L’attesa sarà infinita!
Darwin è una città di 100 mila abitanti e la zona del centro si gira in meno di un’ora, decidiamo quindi di fare nelle prime ore del mattino una scappata al porto. Il porto è abbastanza piccolo. La cosa interessante diventa quindi osservare i pescatori all’opera sulle banchine del molo. Rimaniamo stupiti in particolare dall’impresa di un ragazzo che, dopo aver pescato uno squaletto (e vi assicuriamo che il coefficiente di difficoltà è assolutamente elevato), decide di ributtarlo in mare perché a suo dire c’è pesce migliore da mangiare!
Prima di consegnare il camper facciamo un giro in spiaggia, dove ci guardiamo bene dall’avvicinarci al mare (qui la balneazione è vietata per la presenza di coccodrilli di acqua salata), e in un secondo momento visitiamo il centro. Cogliamo l’occasione per connetterci un’oretta ad internet, poiché sono due settimane che siamo fuori dal mondo: in parlamento sono volati insulti, a Baghdad c’è stata l’ennesima strage, un aereo è caduto in Indonesia, Katrine ha spazzato via New Orleans e la Juve ha vinto la prima di campionato. Di queste notizie solo l’ultima ci allieta.
Alle 17 siamo già in aeroporto. Da qui all’1.30 mancano più di 8 ore!

31/8 CAIRNS
Arrivati a Cairns e preso alloggio nel nuovo ostello, decidiamo di rimandare il meritato riposo al tardo pomeriggio e di dedicare un paio d’ore al giro del centro. Ad ogni angolo di strada ci sono agenzie che propongono innumerevoli escursioni a prezzi disparati. Noi dopo una attenta valutazione scartiamo due escursioni delle quattro che avevamo preventivato in Italia. Un po’ perché parte di ciò che avremmo visto con l’escursione l’abbiamo già ammirato in precedenza e un po’ perché il nostro portafoglio è sempre più leggero…
In sostanza bocciamo l’escursione sull’isola corallina (Green Island o Fitzroy Island) e quella a Cape Tribulation. Al contrario ci attiviamo per trovare l’offerta più vantaggiosa per arrivare alla cittadina di Kuranda e per vedere da vicino la Grande Barriera Corallina.
Il consiglio che diamo è di non prenotare nessuna escursione per Kuranda attraverso agenzia, bensì andare direttamente in stazione (vicinissima al centro) e di prendere il treno che porta direttamente in loco. Si risparmiano almeno una trentina di dollari.
Per quanto concerne il Great Coral Reef è abbastanza indifferente perché i prezzi sono tutti sulla stessa linea, ciò che fa la differenza è il tipo di imbarcazione che si vuole prendere per arrivare sulla barriera. Ovvio che più la barca è grande e veloce e più l’escursione è costosa. Ma a conti fatti tutte le escursioni, dalla più economica alla più esosa, includono le stesse cose: due punti di immersione, attrezzatura per diving/snorkeling, pranzo e merenda a bordo con bevande a pagamento. Noi da buone “braccine” prenotiamo una tra le escursioni più economiche: 70 dollari a testa, che peraltro così economica poi non è!
Dopo aver riposato ci cambiamo e ci lanciamo nella Cairns by night. Non ci sembra vero tornare a vedere così tanti luci e a percepire così tanti suoni dopo 10 giorni passati nel deserto.
Constatiamo nostro malgrado che il “famoso” Night Market, che su internet era stato tanto decantato come il miglior posto per fare acquisti, è una mezza bufala. Vasta scelta di abiti e souvenirs non mancano ma nulla in confronto al Paddy’s di Sydney sia per qualità che per prezzi. Io fortunatamente avendo già fatto il grosso degli acquisti a Sydney la prende bene, Daniele invece rimane a lungo atapirato.
Verso le 22.30 andiamo al Soho, una discoteca che questa sera, dalle 23 a mezzanotte, offre Free Drinks. Direi niente male, peccato che ordinare da bere al bancone diventa un po’ come assaltare forte Apache.

1/9 KURANDA
Fuori il tempo fa schifo e andare al mare sarebbe pertanto tempo sprecato.
L’escursione a Kuranda, nell’entroterra del Queensland, diventa perciò un’ancora di salvezza per non buttar via la giornata.
Compriamo il biglietto per il treno direttamente in stazione a 50 AUD.
Il mezzo di trasporto risale addirittura al 1936, ma proprio per questo assolutamente caratteristico. Per gli amanti del “brivido” è invece possibile raggiungere Kuranda con la Skyrail, una specie di ovovia che collega l’antica cittadina a Cairns.
Il viaggio dura un’ora e 45 minuti, ma passa in men che non si dica perché il panorama circostante è assolutamente suggestivo, con cascate e foresta pluviale a farla da padrone.
Arrivati a Kuranda abbiamo un solo obiettivo: il Koala Gardens. Qui si può vedere tutta la fauna Aussie a distanza ravvicinata. Scattiamo 1000 foto a wallabies (canguri più piccoli), coccodrilli e serpenti, ma il soggetto più gettonato è il Koala. Animale assai simile ad un orsacchiotto, in grado di dormire fino a 20 ore al giorno. Daniele paga 14 dollari e si fa fotografare con lo strano mammifero in braccio.
Per le 18 siamo in ostello. Ad attenderci c’è una “spiacevole” sorpresa: in stanza non siamo più da soli, ma con 2 nuovi coinquilini (un giapponese e un canadese) che peraltro si rivelano molto simpatici. Il problema è un altro: gli spazi e l’ordine!
Passiamo la serata in uno dei numerosi locali della cittadina, il Rhinobar, dove per l’occasione offrono flute di champagne a tutte le donne. Di conseguenza scroccare da bere alle ragazze, con l’intento di conoscerle diventa l’obiettivo di serata…

2/9 TRINITY BEACH
Al risveglio ho la testa che pesa un paio di tonnellate. Se la sera precedente avessi bevuto un paio di bicchieri in meno sarebbe stato meglio…
Anche oggi il tempo non è eccezionale, ma proviamo lo stesso ad andare al mare questa volta.
Prendiamo l’autobus (SunBus) in centro e con 10 dollari ci garantiamo il viaggio andata e ritorno per la spiaggia di Trinity Beach. Infatti a Cairns il mare praticamente non esiste. O meglio: c’è, ma la marea fa sì che si ritiri fino a centinaia di metri dalla riva. Questo ha indotto a costruire un pezzo di spiaggia artificiale con una grossa piscina nel mezzo. La Lagoon, così viene chiamata, la prenderemo in considerazione più avanti quando non avremo molta voglia di prendere l’autobus e spostarci per trovare un fazzoletto di terra dove sdraiarci e prendere il sole.
Che dire di Trinity Beach? La spiaggia è piccola, il mare color caffèlatte e come se non bastasse il tempo peggiora in men che non si dica.
Alle 15.30 siamo già di ritorno. Sebbene Trinity e Cairns siano a soli 40 minuti di distanza, il tempo che troviamo in quest’ultima è eccellente. Dato il nostro colore cadaverico decidiamo di andare alla Lagoon e di metterci per un paio di ore orizzontalmente.
La sera scopriamo due ottimi posti: il Montezuma e il PJ O’Brien. Montezuma è un ristorantino messicano dall’ottima cucina e dai prezzi tutt’altro che proibitivi. PJ O’Brien è un pub di medie dimensioni con bancone circolare in mezzo al locale, piccola pista da ballo, qualche tavolo con sedia, e soprattutto un milione di persone in piedi a cantare e a far casino. Ovviamente la metà sono ragazze sbronze….
continua...
 
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5 replies since 8/8/2006, 21:02   1492 views
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