Kiev, Mosca, San Pietroburgo un viaggio nel cambiamento, di Raffaele Banfi

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S o n i a
view post Posted on 9/8/2006, 12:38 by: S o n i a


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giovedì 21 agosto 2003. Kiev - parte seconda

Si prosegue nel giro della città, le case manifestano sempre più il contrasto visto ieri, i mattoni pieni fanno sempre effetto posti di fianco a palazzi colorati con colori tenui mai forti, il bianco è sempre presente, ma accostato all'azzurro, al verdino, al rosa, al giallo infondono alla città una visione dolce.
La prima fermata è alla chiesa di Sant'Alessandro, è la prima chiesa cattolica funzionante, San Nicola è la seconda, per arrivare passiamo dall'antica sinagoga, dimostrazione che Kiev è sempre stata una città cosmopolita di fama internazionale, transitiamo dalla vasta Piazza Indipendenza dove sono in atto i preparativi della festa dell'Indipendenza che si terrà il 24 agosto. Poco prima della chiesa transitiamo dal centro d'esposizione di Kiev. La chiesa di Sant'Alessandro ha una struttura neoclassica, l'interno è completamente spoglio e bianco, vi sono dei manufatti ai capitelli, affreschi dei 4 evangelisti risalente al '900 sono ai lati della cupola, è presente qualche quadro, poche statue. Dopo la ricchezza delle chiese ortodosse entrare in una chiesa spoglia è davvero stridente.
Poco distante ci fermiamo al Monastero di San Michele, costruito nel XVII sec., posto di fronte a Santa Sofia, il colore è bianco ed azzurro, all'interno della chiesa sono presenti mosaici ed affreschi del XVII sec., alcuni affreschi sono stati rifatti in epoche recenti ('700 e '800), iconostasi dell'800.. All'esterno è presente un refettorio con il tetto a scagliole di legno, la struttura è antica e conserva il suo fascino, all'interno è in corso una funzione religiosa accompagnata da un coro, ci fermiamo ad ascoltare. Proseguendo all'interno del monastero visitiamo la cappella di San Michele che conserva ricami ucraini di tradizione locale, ogni ricamo contraddistinto da un colore particolare accompagna un episodio particolare della vita di ogni persona. Visitiamo il museo negozio ricco di icone datate dall'800, un dubbio sorge, sono vere o sono dei falsi per turisti? Nessuno acquista e ci togliamo subito il dubbio....
Proseguiamo per la Pinacoteca Ucraina dove scopriamo che il termine icona significa finestra, la guida è in gamba e ci permette di apprendere molte cose,. L'evoluzione delle icone è storica, si parte dal XVI sec. Dove venivano scolpite, per poi nel XVII sec. Divenire dipinti senza sfondo e nel XVIII sec. Essere tridimensionali. Passando nelle sale vediamo l'evoluzione dell'arte delle ucraina fino al XX sec.. L'orgogliosità del giovane stato (12 anni) appare nell'entusiasmo della guida che condanna apertamente i crimini perpetuati dal regime comunista.
La giornata prosegue col pranzo in un tipico ristorante dove l'aglio presente nelle creme miete le sue vittime (la successiva ricerca di caramelle e gomme da masticare è notevole..).
Riprendiamo il giro della città, la giuda ci fa attraversare dei quartieri che sono stati distrutti da un incendio nell'8''. Poi ci racconta dello sterminio effettuato dai nazisti tra il 1941 ed il 1945. Kiev nel 1941 contava 800.000 abitanti, e nel 1945 170.000, i nazisti volevano annientare l'Ucraina per impossessarsi della ricchezza minerale del sottosuolo. Simbolico e drammatico è il monumento eretto a ricordo dello sterminio.
Ai margini della città troviamo una collina su cui sorge la chiesa di San Cirillo (colui che ha introdotto la nuova scrittura il cirillico), con affreschi del XVII sec., facciata barocca, affreschi ricoperti in epoca recente tra il '700 e l'800, oggi circa 750 mq di affreschi originali sono visibili, iconostasi di marmo e icone (pittura ad olio su zinco), capitelli e volte con motivi floreali.
Ci fermiamo per vedere l'arco di riapacificazione tra l'Ucraina e la Russia, dal piazzale si vede il panorama di Kiev bassa, del fiume ed in lontananza i quartieri popolari.
Nell'attraversare la città abbiamo visto più volte le costruzioni della dominazione sovietica, il palazzo delle esposizioni, il museo della 2 guerra mondiale, i Ministeri, tutte costruzioni imponenti.
Il pullman ci lascia in Piazza Indipendenza, si rientra a piedi, lungo la strada bancarelle di ogni genere, bibite e sigarette sono le più presenti. Nei sottopassaggi d'attraversamento stradale si trova ogni sorta di bancarella dai CD (Pink Floid, Santana, Celentano ....) agli smalti per unghie e rossetti. Avvicinandosi al mercato coperto troviamo i contadini che vendono la verdura del loro orto, appoggiata su cassette di legno. La drammaticità e la povertà non potrebbe avere maggior rappresentazione simbolica. Il contrasto con le Merdedes che girano e con i negozi sempre più globalizzati è forte.
La sera dopo cena il gruppo decide di visitare i monumenti illuminati, io decido di fermarmi in albergo per scrivere le prime pagine di questo viaggio, verso le 23,15 ho terminato i primi due giorni.
.... segue ....

Edited by S o n i a - 9/8/2006, 14:40
 
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