Kiev, Mosca, San Pietroburgo un viaggio nel cambiamento, di Raffaele Banfi

« Older   Newer »
  Share  
S o n i a
view post Posted on 9/8/2006, 12:54 by: S o n i a


Group:
Administrator
Posts:
13,316
Location:
Trieste

Status:


venerdì 22 agosto 2003. Kiev - parte terza

E' il fuso orario che si fa sentire? No è la stanchezza del giorno precedente che si manifesta negli occhi assonnati visi prima della colazione, per fortuna il cibo ed il caffè fanno effetto e ci si riprende velocemente.
Lungo il tragitto verso il Monastero delle Grotte passiamo davanti ai palazzi importanti di Kiev, la Banca Nazionale un palazzo neo russo, poco distante ci fermiamo a veder il giardino del palazzo presidenziale ed il palazzo stesso. Il palazzo del 1750 costruito dall'italiano Bartolomeo Rastrelli (architetto fiorentino, che ha costruito i maggiori edifici degli zar nel XVIII sec.) era il palazzo di residenza degli zar quando venivano a Kiev, dopo la rivoluzione del 1918 è stata distrutta la cinta del giardino ed il palazzo è stato saccheggiato del suo contenuto, oggi dopo un restauro è usato per i ricevimenti ufficiali.
Durante gli spostamenti sia in pullman che a piedi è piacevole notare la popolazione slava, la fisionomia delle persone, la bellezza degli uomini e delle donne.
Arriviamo al Monastero delle Grotte, un complesso di edifici posti su un terreno con un estensione di 22 ettari che occupa varie colline con varie disposizioni degli edifici, tutto fortificato con una cinta doppia (nell'antica Russia i monasteri avevano funzione religiosa e difensiva). Imponente è l'entrata, appena oltrepassata la porta la vista toglie il fiato, una serie d'edifici con i tetti con le cupole e cipolla dorate e riccamente affrescati emergono da una serie di case basse tinte di bianco con i tetti verdi e con curatissimi giardini antistanti, sembra d'essere in un luogo incantato, in una favola.
Sopra la porta d'entrata è posta la chiesa della Trinità, all'interno vi sono affreschi molto particolareggiati, ai muri delle sedie in legno per i monaci ricorda i monasteri occidentali.
Uscendo dalla chiesa a poca distanza si trova un edificio bianco e verde sede di un ospedale, proseguendo si incontra un edificio bianco col tetto verde è la sede dell'economato e nei pressi la relativa porta, una costruzione in stile barocco ucraino, al cui interno posta al primo piano si trova la chiesa della Santa Trinità con affreschi del XVII sec. In stile ucraino, i colori sono cupi, vivicizzati solo dall'aureola dei santi, l'iconostasi lignea di colore rosso ha una storicità ignota (il rosso, scoprirò poi è il colore reale, il colore più importante per la cultura russa), gran parte delle icone sono state asportate durante il periodo comunista.
Proseguendo nel giro dell'immenso monastero si arriva alla cattedrale della Resurrezione ella Madonna, posta al centro della parte superiore del Monastero, è imponente, tutta bianca con decorazioni dorate ed affreschi all'esterno, le cupole a cipolla dorata riflettono il sole della mattina, l'origine della chiesa è del XVI sec., distrutta nella seconda guerra mondiale è in fase di restauro e ristrutturazione. Iconostasi del '700 in legno dorato, la più maestosa finora viste è un vero capolavoro.
Uscendo si fanno pochi passi nel cortile e si entra nella chiesa di San Teodosio, struttura dell'800, era il refettorio invernale dei monaci, gli affreschi cupi ricordano la chiesa della Santa Trinità, di fianco alla chiesa un locale con alle pareti affreschi che raffigurano episodi importanti della vita del Monastero. Questi edifici durante il periodo comunista erano stati utilizzati come museo dell'ateismo e gli affreschi ricoperti da intonaco, oggi sono stati riportati all'originale splendore. Simbolo di ripresa del popolo ucranino, di salvaguarda e valorizzazione dell'enorme patrimonio artistico locale.
Siamo sempre all'interno del Monastero siamo sulla lavra (citta con le vie) superiore, tutte le vie interne sono lastricate o ciottolate e questo da diritto a denominarsi "città con vie". Ci fermiamo sul piazzale interno al Monastero ad ammirare il paesaggio dall'alto, la visione è suggestiva, le colline declinano dolcemente verso il fiume, dalle piante emergono le cupole a cipolla dorate degli edifici della parte inferiore del Monastero. Sul piazzale sono presenti molti venditori di miele e prodotti derivati, la produzione e lavorazione del miele è una lunga tradizione locale. Alcune api volano intorno ai prodotti quasi a voler significare la bontà del prodotto, alcuni insetti si avvicinano un po troppo a noi, forse è meglio non soffermarsi troppo nei paraggi. Si scende nella parte inferiore seguendo l'andamento della collina, dopo aver costeggiato un pezzo di terreno piantumato con alberi da frutto ed uva si giunge ad una piazzetta, alle donne era stato detto di abbigliarsi in modo da essere ben coperte e di munirsi di un foulard per coprire il capo, si entra in un edificio, muniti di candele ci si addentra in quelle che erano grotte (da qui il nome del Monastero), stretti cuniculi dove riposano i monaci deceduti, alcuni sono mummificati, in alcuni casi nel muro compare un piccolo foro, dietro c'era un locale (una grotta) dove alcuni monaci effettuavano l'eremismo estremo fino alla morte. Di fianco ad ogni urna un'icona riproduce il monaco (una sostituzione delle attuali foto). Il percorso è molto suggestivo, si nota una grande fede e devozione negli ucraini, la differenza tra loro ed i turisti è notevole, loro sono li a pregare, noi a curiosare, a volte mi sembra d'essere un intruso, di violare i loro riti. Alla fine del percorso fattibile, altre gallerie sono riservate solo ai monaci o a coloro che vogliono andare a pregare su qualche urna racchiudente monaci a cui la gente è particolarmente devota, si esce all'esterno, l'aria è pulita e fresca, ripercorriamo la salita ed usciamo anche dalla cinta difensiva del Monastero.
E' l'ora di pranzo, il caratteristico ristorante riproduce una fattoria, è divertente e piacevole, i camerieri sono vestiti in abiti tradizionali, il cibo e semplice ma gustoso (insalata, zuppa, secondo, dolce).
Si riparte, si gira per Kiev, i parchi sono numerosi e tutti ornati con lampioni in fusione di ghisa, molto belli da vedere, arriviamo alla chiesa di Sant'Andrea, nel quartiere degli artisti in cui abbiamo transitato il primo giorno, la chiesa è posta su una collina, è stata costruita da Rastrelli nel 1750 per specifica volontà della famiglia imperiale, l'interno mantiene la caratteristica dello stile imperiale dell'epoca, il barocco ucraino, pochi affreschi, c'è l'insolita presenza del pulpito, l'interno è di colore bianco ed azzurro tenue, i capitelli sono decorati con motivi floreali ed i decori alle finestre sono dorati. L'iconostasi è in colore rosso (colore imperiale) dorata alle colonne ed alle cornici.
Abbandonata la chiesa di Sant'Andrea ci incamminiamo per un'altra collina dove troviamo un piazzale con le fondamenta della prima chiesa della città, risalente al XI sec., c'è un parco e sotto un tiglio c'è un suonatore di Bandula, lo strumento musicale ucraino, simile ad un mandolino piatto. Dalia ci racconta la tragica storia dei suonatori di Bandula massacrati durante il periodo sovietico. Originariamente erano delle persone cieche o guerrieri che divenuti ciechi svolgevano per sopravvivere l'attività di cantastorie. Le storie che cantavano venivano accompagnati con questo strumento. Tra loro usavano un codice che serviva sia per l'insegnamento sia per dialogare tra loro. Durante la dominazione sovietica, il regime si è accorto che queste persone avevano un loro codice di comunicazione, fu organizzato un convegno a Kiev, tutti i cantastorie che vi parteciparono alla sera furono caricati su un treno e deportati in Siberia dove morirono dal freddo. L'antica tradizione orale fu così distrutta, oggi c'è un istituto statale dove alcuni giovani studiano lo strumento ed i canti che sono arrivati fino a noi. In tutta l'Ucraina sono solo 30 i suonatori di Bandula che utilizzano questo storico strumento.
.... segue ....

Edited by S o n i a - 9/8/2006, 14:41
 
Web  Top
14 replies since 9/8/2006, 12:22   2126 views
  Share