Kiev, Mosca, San Pietroburgo un viaggio nel cambiamento, di Raffaele Banfi

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S o n i a
view post Posted on 9/8/2006, 16:43 by: S o n i a


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venerdì 29 agosto 2003. San Pietroburgo - parte prima

Puntuali alle 9,oo partiamo par il centro città, arriviamo in breve tempo, calcolando sempre l'immenso traffico, nei pressi del palazzo dell'Ermitaz (TCI pag. 249), l'ingresso è posto lungo il fiume al Palazzo d'Inverno. Siamo tra i primi ad entrare, iniziamo la visita con dell'imponente scalone degli Ambasciatori, in stile barocco russo, le scale sono in marmo di Carrara, i pilastri monoliti di marmo grigio, il soffitto affrescato. Entriamo nelle sale degli zar, si vedono delle porcellane e la carozza lignea dell'incoronazione, è in legno dorato e colorato di rosso (i colori imperiali). Proseguiamo nel Piccolo Ermitaz (TCI pag. 255) con la piccola sala del trono, nicchia semicupolare per il trono, parquet, stucchi dorati e arazzi. La sala degli stemmi chiamata cosi per gli stemmi araldici posti sui lampadari, è una sala immensa di 800 mq. Con colonne dorate ed i lampadari di cristallo di rocca. Un altra sala contiene dei manufatti che sono capolavori, fra tutti emerge un tavolo ligneo intarsiato con madreperla, guscio di tartaruga e d oro. Si prosegue in una sala con 332 quadri dello stesso pittore, rappresentano gli alti ufficiali che hanno combattuto nella guerra del 1812 contro Napoleone, sono presenti delle cornici vuote con scritto solo il nome, sono gli ufficiali morti in battaglia. Si prosegue con la sala di San Giorgio, antica sala del trono in stile barocco russo, l'affresco presente sul soffitto è fedelmente riportato nel parquet, le colonne sono in marmo di Carrara. Altra sala dove sono presenti enormi vasi in lapislazzuli e in malachite. Si arriva alla sala del Padiglione, abitata da Caterina II (TCI pag. 257) in stile barocco russo, sono presenti tavoli lavorati a mosaico finissimo, oltre allo stupendo Orologio del Pavone, da una porta si abbandona il Piccolo Ermitaz e si entra nel Grande Ermitaz dove inizia la Pinacoteca del Museo, la prima parte è dedicata all'arte italiana (TCI pag. 257), si vede una copia della loggia di Raffaello, di stupefacente bellezza sono i quadri di Leonardo da Vinci, del Caravaggio e la scultura di Michelangelo. Nella parte dell'arte russa vediamo dei capolavori dell'arredamento, un tavolo in lapislazzuli il cui pianale in blocco unico misura 2,5 mt x 80 cm x 4 cm, sostenuto da legno intarsiato e dorato, un vero spettacolo poterlo osservare. Tavoli e vasi in malachite, alcuni vasi hanno un altezza di 2 mt ed 1 di diametro. Proseguiamo poi con la pittura spagnola, quella olandese dove troviamo i quadri di Rembrandt, tra cui il quadro "Il figliol prodigo" che è stato preso come simbolo per l'anno giubilare 2000. Proseguiamo con la parte francese degli impressionisti, si termina con i quadri di Picasso del suo periodo Rosso e del futurismo.
Proseguiamo il giro del palazzo visitando gli appartamenti degli zar, la sala d'oro in stile barocco russo, la sala delle lesese cremisi (pilastri di vetro trasparente con sotto della stagnola colorata rosso) e verdi sempre in barocco russo ma con alle pareti delle tappezzeria dorata, il salotto è pure lui in barocco russo, la sala da letto con tende blu e pilastri marmorei che la divide in tre parti, vediamo una slitta in legno dorato, un corridoio di arazzi. Prima di uscire visitiamo la sala di malachite (sono presenti 2 tonnellate di minerale), i pilastri, il rivestimento del camino, vasi, suppellettili, tutto rigorosamente di malachite.
Si esce dal palazzo museo, l'impressione è di stordimento da quanta bellezza abbiamo visto, veramente un concentrato d'opere d'arte, il più bel museo che abbia finora visto. Bisogna riconoscere la lungimiranza di Caterina II che ha iniziato la grande raccolta che poi è proseguita nei decenni.
Usciamo dal Palazzo d'Inverno (uno dei cinque palazzi che formano il complesso dell'Ermitaz) e percorriamo il perimetro sinistro fino a giungere alla Piazza del Palazzo, l'edificio di Carlo Rossi (TCI pag. 190), la piazza è vastissima, una delle più grandi del mondo, memoria storica di tanti avvenimenti di cui molti estremamente tragici che hanno segnato la storia della Russia, l'attraversiamo ed addentrandoci per canali che riportano alla mente Venezia, giungiamo al ristorante. Posto al piano rialzato è una sala del XVIII sec. Il soffitto dipinto ad olio, ai muri pannelli di legno intarsiato, le vetrate sono a mosaico, il camino è di marmo scolpito ed i lati sono decorati con delle piastrelle di ceramica rettangolare raffiguranti personaggi, le piastrelle sono inframmezzate verticalmente da quadrati sempre di ceramica a motivo floreale, la cappa è ornata da una copertura lignea finemente intarsiata, nella sala sono presenti dei pilastri di marmo lavorato con motivi floreali. Il pranzo rispecchia la tradizione russa, insalata, zuppa, secondo, dolce. Alla fine del pranzo partiamo per Puskin, la corsa presto si ferma, un'auto in panne al centro della strada non permette d'avanzare, dopo pochi minuti l'auto viene spostata a mano e possiamo riprendere la marcia osservando il conducente dell'auto che come è usanza a San Pietroburgo, munito di straccio apre il cofano e cerca d'aggiustare il motore, il più delle persone non capiscono nulla di meccanica, ma qui l'usanza è questa.
Nel percorso ci fermiamo a vedere dall'esterno la chiesa del Salvatore sul Sangue Versato, chiesa della Resurrezione (TCI pag. 214), ha una superficie di mosaici maggiore di quella di San Marco a Venezia. Riprendiamo il viaggio e Nikita ha l'opportunità, dietro nostra sollecitazione, di parlare dei trattamenti ospedalieri in Russia. Nikita è medico pneumologo, ha effettuati il sesto anno di medicina in Italia (Milano, università Statale), fa la giuda ed è il coordinatore di un centro d'arte moderna. Ci racconta del trattamento ospedaliero, dove i degenti devono portare da casa farmaci, posate, cuscini, bende, siringhe e cibo, ovvero tutto quanto necessita per il loro trattamento, l'assistenza si limita solo alla somministrazione di cure e qualche visita, nulla che riguarda la persona, mi vengono i brividi solo a pensare d'ammalarsi in questo paese .....
Raggiungiamo Puskin (TCI pag. 276), è un villaggio posto a circa 30 km da San Pietroburgo, il palazzo è imponente, come dimensione ricorda l'edificio della Villa Reale di Monza, lo stile è il barocco russo ma è il colore che affascina azzurro e bianco con le cupole della chiesa dorate, uno spettacolo da lasciare senza fiato, e lo sono!!! Azzurro, bianco, oro un tricolore che affascina.
Il palazzo è stato rifatto dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale, il restauro in alcune sale è ancora in corso ma quanto visitabile è veramente di una bellezza stupefacente. La sala Grande ha sul soffitto un dipinto su tela di 860 mq, in stile barocco russo è illuminata da molti specchi che ne ampliano la dimensione. Uscendo dalla sala Grande si ha l'incantevole visione dell'Infilata d'oro, una serie di appartamenti che collegati tra loro da porte che lasciate aperte danno l'impressione di un unico, lunghissimo ed isolato corridoio il tutto in stile barocco russo dove emergono gli stucchi dorati dal bianco del muro e del soffitto. La sala d'ambra piccola di soli 52 mq ha le pareti rivestite completamente d'ambra lavorata che infondono infinite tonalità, per il suo restauro sono state utilizzati 57 quintali di minerale. Le stanze in lesine cremisi e verdi risaltano rispetto alle precedenti, sia per l'originalità del Rastrelli sia per il damascato bianco che è posto sui muri ad intervallo delle lesine.
Usciti dal palazzo visitiamo i giardini, altri magnifici palazzi sono in restauro, i laghetti sono molteplici e fanno della residenza degli zar un posto veramente incantevole.
Terminata la visita a Puskin si rientra a San Pietroburgo, il traffico in uscita è elevato, lunghe colonne d'auto trasportano gli abitanti della città presso le dacie, l'usanza è che il sabato e la domenica i russi coltivino gli orti presso le loro residenze secondarie.
.... segue ....
 
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