Tasmania, l'Australia dimenticata, di Andrea Gaboardi

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S o n i a
view post Posted on 9/8/2006, 12:53 by: S o n i a


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TERZO GIORNO
Poco dopo l'alba prendiamo il minuscolo bus della Wilderness (che ci viene a prelevare direttamente all'ostello) che ci porterà fino all'inizio di una delle camminate più famose d'Australia: l'Overland Track. La strada sale serpeggiando attraverso le dolci colline prima e le foreste poi attraversando innumerevoli ruscelli e torrenti, mentre la sagoma delle montagne si avvicina. Le montagne della Tasmania non sono molto alte ma spiccano molto tra le colline e le loro cime di nuda pietra svettano imperiose.
Dopo un paio di soste intermedie arriviamo a Cradle Mountain (o meglio nel villaggio che sorge a pochi chilometri di distanza dalla montagna) e qui ci registriamo presso l'ufficio dei ranger che ci istruiscono con un breve e doveroso discorso. Paghiamo i 12$ per la tessera che permette l'accesso ai parchi della Tasmania per 3 mesi e finalmente siamo pronti a partire.
L'overland track è lunga 83 km nel suo percorso base (senza contare le numerose deviazioni) che attraversa tutta la zona del parco da Nord a Sud e offre una grande varietà di paesaggi naturali (montagne, highland, acquitrini, foresta pluviale temperata, etc... ) che mutano continuamente rendendo tutte le ore di cammino un'esperienza nuova.
Essendo Aprile la temperatura è piuttosto fresca e i ranger ci hanno segnalato la possibilità di neve più avanti nel percorso. Ora c'è il sole ma a quanto pare in queste piovosissime regioni i Roaring Forties, i venti che provengono da ovest, sicuramente ci regaleranno pioggia. Pare infatti impossibile fare questa camminata senza affrontare almeno un paio di giorni di pioggia.
Il sentiero è subito molto ripido ma già a Dove Lake e poi dalla sommità del Mariuos Lookout godiamo di splendidi panorami. La traccia, attraverso degli acquitrinosi altipiani attraversati a tratti da vecchie passerelle di legno, ci avvicina alla possente Cradle Mountain aggirandola. Vorremmo scalarla ma visto che dense nubi si sono addensate sulla vetta desistiamo e proseguiamo su strette cenge e rocciosi sentieri per qualche tratto.
Dopo Cradle Mountain non incontriamo altri viaggiatori, ci siamo solo noi e la Tasmania. Nel tardo pomeriggio arriviamo a Waterfall Valley (potete immaginarvi quale sia l'attrattiva principale di questa valle circondata da foreste e sormontata dalla mole rocciosa di Burn Bluff), la prima tappa del nostro viaggio. Qui ci sono diversi viaggiatori e dopo cena passiamo un paio d'ora a chiacchierare attorno al fuoco.

QUARTO GIORNO
Wow! C'è ancora il sole! Da quello che ci avevano descritto avere due giorni di sole consecutivi ad Aprile è quasi un record. L'aria è frizzante e guardando la splendida Waterfall Valley avvolta nelle brume del mattino il nostro occhio si posa su Burn Bluff, una grossa cima rocciosa. Decidiamo di scalarlo, percorriamo a ritroso qualche Km di traccia e quindi procediamo su un sottile crinale e quindi scaliamo la montagna. Non è stato per niente facile, più che una passeggiata è un esercizio da free climbing ma la vista che godiamo dalla sommità è meravigliosa, sia verso la Cradle Mountain che verso Lake Will che si estende dal lato opposto.
In questa regione l'acqua sembra essere ovunque, centinaia di laghetti, pozze, ruscelli, fiumiciattoli sembrano sgorgare ovunque. L'acqua è pulitissima ma ha generalmente nei ruscelli il colore del tè dovuto ad un minerale rilasciato dalle piante.
Torniamo indietro, ripassiamo da Waterfall Valley e ci dirigiamo verso Windemere Lake. Il percorso è facile e quasi pianeggiante, al tepore del sole. All'arrivo siamo stupefatti dalla fantastica vista della catena dei Walls of Jerusalem al tramonto. Meraviglioso.
Facciamo campo presso Lake Windemere.

QUINTO GIORNO
Pioggia. La pista, che era già fangosa nei giorni precedenti, diventa un vero e proprio pantano in cui a tratti dobbiamo guadare, attraversiamo la Pine Valley Moor avvolti nella foschia e nell'umidità e ci dirigiamo verso le Frog Flats, il cui nome dovrebbe suggerirvi della quantità di fango presente, poi risaliamo attraverso un'umida e fangosa foresta pluviale per arrivare alle Pelion Plain ai piedi dal Pelion Gap.
La fatica si fa sentire ma finalmente, sotto la pioggia battente, arriviamo a Pelion Hut, che altro non è che un capanno di legno incustodito in cui però siamo riparati dalla pioggia e possiamo liberarci di alcune schifosissime sanguisughe che avevano pensato bene di vampirizzarci un po'.
continua...
 
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3 replies since 9/8/2006, 12:33   2220 views
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