Tasmania, l'Australia dimenticata, di Andrea Gaboardi

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S o n i a
view post Posted on 9/8/2006, 13:36 by: S o n i a


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SESTO GIORNO
Procediamo attraverso la foresta pluviale e, risalendo verso Pelion Gap, la pioggia si trasforma presto in neve, fortunatamente nella risalita la foresta tutto intorno a noi ci protegge come dalle sferzanti raffiche di vento.
Quando un albero caduto permette alla neve di penetrare nella verde coltre lo spettacolo che ci si offre è davvero molto affascinante. Quando abbandoniamo la foresta per percorrere il passo siamo colti in pieno dalla potenza della tempesta di neve.
La neve ricopre tutto il passo, è alta una decina di centimetri e le raffiche di vento ci fanno rabbrividire. Nel freddo estremo e a fatica precorriamo il passo e, ovviamente, rinunciamo alla scalata di Mount Ossa, che con i suoi quasi 1700 metri è la montagna più alta della Tasmania.
Tornati nella foresta camminiamo ancora a lungo e deviamo per le cascate di Kia Ora.
Sono davvero splendide, ingrossate dalla pioggia nel fitto della foresta pluviale. Finalmente, dopo aver scalato un altro passo, meno impervio del precedente, arriviamo a Windy Ridge Hut dove sfiniti (e parzialmente congelati), passiamo la notte.

SETTIMO GIORNO
La pioggia continua a cadere ma molto più sottile e il percorso che si snoda in una splendida foresta è finalmente molto più agevole.
Raggiungiamo quindi Lake St.Clair dove siamo gratificati dalla vista di uno splendido arcobaleno. Qui saluto i due miei amici tedeschi che, sfiniti, hanno deciso di chiamare via radio il battello che solca il lago, evitando l'ultimo giorno di cammino.
Io procedo lungo la traccia che costeggia più o meno il lago. Questo tratto della passeggiata attraverso la foresta pluviale incontaminata è davvero straordinario, sebbene ci sia continuamente il rischio, quando non si vede il lago, di perdersi.
La sera, assieme a due ragazzi e una ragazza della Tasmania che hanno fatto anche loro l'Overland Track (partendo un giorno prima) mi accampo ad Echo Point. Ultima tappa del trekking.

OTTAVO GIORNO
Ultimo giorno di traccia. Il sole fa talvolta capolino tra le nubi.
Il percorso procede lungo il lago e noi prendiamo una deviazione per Platypus (ornitorinco) Bay ma, nonostante una silenziosa attesa di un paio d'ore, non riusciamo a vedere il timido animale.
Comunque lungo la traccia ho già incontrato numerosi Wallaby, possum, diverse varietà di uccelli, un'echidna e anche sentito righiare nella notte, ma non visto, dei diavoli della Tasmania.
Finalmente arrivo alla fine del'Overland Track e dopo sei giorni senza vedere una casa, una strada, una macchina, compeggiando nelle terre selvagge, due cose ci vengono in mente: una doccia e una birra! Visto che di docce non ce ne sono ci incamminiamo verso il pub più vicino che si trova sulla strada regionale (e unica) a circa 5 km. Finalmente la birra è nostra!
Visto che di qui non passeranno bus prima del giorno seguente i miei nuovi amici della Tasmania mi danno un passaggio verso Laucheston (io dovevo andare a Hobart ma non fa niente), infatti un loro amico, che era andato a pescare sulla costa occidentale dell'isola, li passa a prendere.
Attraversiamo con il 4 ruote il cuore della Tasmania costeggiando numerosi laghi e fermandoci presso un paio di pub. Sono davvero posti di frontiera, avamposti dell'uomo in una terra ancora selvaggia.
Infatti in circa 100 km di strada (rigorosamente sterrata - ed era la strada principale, e sospetto unica, della regione) incontriamo solo tre jeep e attraversiamo quattro minuscoli villaggi con case di legno e lamiera.
Grandioso. Ci fermiamo in riva ad un lago a raccogliere un po' di drift wood per l'arredamento della casa dei miei amici e la sera giungiamo a Laucheston. Qui i miei nuovi amici insistono per offrirmi ospitalità a casa loro e la sera trascorre molto piacevolmente festeggiando la fine dell'avventura.
continua...
 
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