Tasmania, l'Australia dimenticata, di Andrea Gaboardi

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S o n i a
view post Posted on 9/8/2006, 13:58 by: S o n i a


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NONO GIORNO
Dopo birra, doccia e una dormita in un letto vero mi sento molto meglio. Saluto i miei fantastici amici e prendo un'autobus per Hobart, la capitale della Tasmania.
Il bus procede per circa tre ore attraverso un territorio ondulato e quieto e finalmente raggiungo Hobart. Dopo aver trovato un ostello in posizione centrale, il Central City Backpackers che consiglio a tutti, esploro questa traquilla e incantevole città.
Percorro le vie e visito i musei e le gallerie d'arte (n.b. in Australia la maggior parte dei musei è a ingresso gratuito). Mi colpisce particolarmente la sezione del museo cittadino che testimonia dell'orrendo genocidio degli aborigeni della Tasmania, con il tremendo episodio della Black Line nel 1830, in cui tutti gli aborigeni furono catturati e deportati.
Percorro il molo e cammino lungo le banchine del profondo porto di Hobart. Rincontro i miei amici tedeschi camminando per la città e due ragazze (una americana e una tedesca) conosciute in precedenza con cui starò fino al mio ritorno a Melbourne. Hobart è davvero una cittadina incantevole.
La sera trascorre visitando gli affollati pub che si affacciano su Salamanca Place in compagnie delle mie due amiche.

DECIMO GIORNO
Visita a Port Arthur e alla Tasman Peninsula.
La mattina percorriamo in autobus la Tasman Peninsula fermandoci di frequente ad ammirare le inconsuete formazioni rocciose create dalla forza dell'oceano.
Nel pomeriggio giungiamo alla famigerata ex-colonia penitenziaria di Port Arthur, passato alla storia come una delle carceri più tremende mai esistite. Visitiamo quel che rimane della colonia penale, di per se non è niente di straordinario ma l'atmosfera che si respira in questo posto è molto particolare. Prima di visitarlo consiglio a tutti di leggere il capolavoro della letteratura australiana "For the term of his natural life" di Marcus Clarke (1870), merita davvero.
Una breve crociera in battello ci permette poi di raggiungere l'Isle of the Dead, dove veniva sepolto chi moriva a Port Arthur.
Due altre notazioni su questo notevole posto: innanzitutto l'agghiacciante Model Prison, o la prigione del silenzio e dell'isolamento (ovvero della pazzia), la seconda la croce che ricorda il tragico episodio di un folle che qualche anno fa ha iniziato a sparare sui turisti inermi uccidendone decine.
Torniamo a Hobart e qui passiamo la notte all'ostello. Comincio ad accusare la fatica.

UNDICESIMO GIORNO
La mattina la trascorro ancora a Hobart girando per le vie di Battery Point (niente di speciale) e per il suggestivo Salamanca Market.
Verso mezzogiorno prendiamo l'autobus per ritornare prima a Launcheston (è la terza volta che ci ripasso) e poi a Devonport per prendere nuovamente lo Spirit of Tasmania.
La notte sul traghetto è davvero molto bella, la sera incontro al pub numerose persone conosciute durante il viaggio, più un paio di amici di più lunga data, e formiamo una lunga tavolata. La serata passa a bere birra e a raccontarci le rispettive esperienze in questa splendida isola: la TASMANIA.
La vista della magnifica alba e le luci disegnate sui parchi e i grattacieli di Melbourne è l'ultima istantanea di questo splendido viaggio.

di Andrea Gaboardi
 
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