In montagna con i piedi e con la testa ESTATE, da un progetto a cura delle province lombarde di Brescia, Bergamo, Como, Lecco e Sondrio

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view post Posted on 31/7/2009, 12:09
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Gestore delle vostre menti

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I testi sotto riportati sono tratti dall'opuscolo "In montagna con i piedi e con la testa", un progetto a cura delle province lombarde di Brescia, Bergamo, Como, Lecco e Sondrio.

I sentieri della grande storia, i trekking, le scalate, le ferrate, la corsa in quota.
La bella stagione fornisce agli appassionati di montagna mille possibilità di svago e divertimento.
Ma le montagne non sono un campo sportivo o una palestra, non sono un ambiente artificiale creato e controllato dall'uomo.
Al contrario, sono un ambiente naturale e proprio per questo presentano dei pericoli.
Attrezzature modernissime, equipaggiamento completo e preparazione personale sono ottimi alleati nelle vostre giornate in montagna ma non possono garantirvi la sicurezza completa.
Nulla in realtà può garantirvi la sicurezza completa.
Ma un aumento del vostro grado di sicurezza potete essere voi a definirlo, se saprete rapportarvi in maniera opportuna con l'ambiente.
Andare per montagne non è un'attività fisica ma è un'azione culturale.
Quelli che seguono sono solo alcuni consigli che vi possono dare una mano, ma tutto dipenderà dalla vostra testa, oltre che da vostri piedi.

Partiamo, anzi... no
La montagna non è un campo sportivo, ma questo non vuol dire che non comporti degli sforzi.
Ogni escursione deve essere scelta in base al proprio grado di allenamento e alla propria preparazione fisica.
Non provate in montagna i vostri limiti, ma riconosceteli prima di partire.

- Vado e torno
Un'escursione è un fatto culturale alla scoperta di un ambiente unico per ognuno di noi.
Guardate le carte topografiche, riconoscete quota e vegetazione, orientatevi anche con le ombre oltre che con una bussola... allora starete facendo della vostra gita un'attività culturale.
Seguite il segnavia, ma sappiate che potete smarrire il sentiero e non per questo trovarvi perduti.
Se volete garantivi il pensiero di un amico, lasciate detto al rifugista la vostra meta e l'orario di ritorno che avete previsto.

- Finalmente, che fatica
Il nostro corpo è come il motore di un'automobile, più diesel che benzina.
I primi minuti di una gita, soprattutto se il percorso è impegnativo, potrebbero essere molto faticosi.
Imparate a conoscervi, scoprite le vostre caratteristiche fisiche e di avvio.
Solo così potrete, inconsciamente ma non troppo, dosare le vostre energie senza paura di rimanere a secco.
E poi, fermatevi ogni tanto, riprendete fiato e fissate il vostro vero record, l'unico che potete chiedere alla montagna: la bellezza di un paesaggio inimitabile.

Mangiare: perché no
In montagna il cibo ha un gusto diverso e un ruolo diverso rispetto a casa.
Valutate la lunghezza della vostra gita e in base a quella, alimentatevi.
Se avete bisogno di energia subito, scegliete i carboidrati (zuccheri, pasta, frutta e verdura).
Se avete bisogno di energia progressiva (gite di più giorni) possono fare al caso vostro le proteine (carne, latticini, legumi) e i grassi (salumi, formaggi, cioccolato, burro).
Ascoltate le richieste del vostro stomaco ma assecondatele con cognizione: piccoli apporti in montagna sono molto più utili di grandi abbuffate.

- Bere... sempre
Sapete a cosa è dovuta la sensazione di stanchezza?
Alla diminuzione di sali minerali.
Per eliminarla basterà bere acqua in quantità ragionevoli (una gita giornaliera, d'estate, può richiedere un apporto idrico anche di tre litri).
Preferite un brodo caldo a una bibita fresca: è più efficace e... "montanaro".
Una curiosità: l'alcool non serve per combattere il freddo, anzi non darà alcun effetto in questo senso; attenzione però al senso di euforia che provoca, potrebbe lasciarvi pochi piedi e ancora meno testa.

- Mal di montagna
Ognuno di noi reagisce alla quota in maniera diversa, tuttavia qualche problema fisico può cominciare a evidenziarsi sopra i 2.000 metri.
Sintomi come la nausea, la perdita di concentrazione, l'insonnia e la grande stanchezza vi dicono che la vostra quota ideale non è quella che avete raggiunto.
Se avete bisogno di stare sopra quella quota, dovete prendervi più tempo e andare per gradi, permettendo ai globuli rossi di aumentare e ossigenare sufficientemente il vostro cervello.

Che tempo farà
Un bollettino meteo non basta in montagna.
Dopo avere visto le previsioni del tempo, consideratele semplici indicazioni e tenetele sotto controllo alzando ogni tanto gli occhi al cielo: è l'unico modo per evitare cattive sorprese che sorprese non sono.
Se vi capita un temporale, tenetevi distanti da punti esposti, dove cadono fulmini e saette e seppellite nel vostro zaino, sotto gli abiti, tutti gli oggetti metallici che avete con voi.

- Prevedere l'imprevisto
Imprevisto in montagna può essere incontrare un camoscio, oppure procurarsi una fastidiosa vescica.
Uno è positivo, l'altro è negativo.
Entrambi vanno però gestiti con intelligenza e relazione.
Vanno accettati.
E' più facile, quasi dovuto, nel caso del camoscio, più difficile per la vescica.
Importante sarà non scoraggiarsi, accettare l'imprevisto, che fa parte a pieno titolo dell'ambiente in cui siete, e usare la nostra creatività per superarlo.
La nostra sicurezza dipende proprio dalla capacità di accettare un imprevisto che guasta le aspettative di una giornata piacevole.
In questo caso un piccolo kit di pronto soccorso non ci rende sicuri ma può comunque aiutarci a superare a superare qualche difficoltà.

- Il buon osservatore è ottimo montanaro
L'unico segreto dell'andare in motagna è osservare l'ambiente che ci circonda con tutti i nostri sensi, instaurando in questo modo una relazione che ci aiuterà ad aumentare il livello della nostra sicurezza.
Se così farete non darete più senso a racconti tipo "il buio ci ha sorpreso" oppure "il temporale è arrivato all'improvviso" perchè, notando l'ora e il colore dell'oscurità, sarete arrivati al rifugio prima del buoi e osservando il cielo che si faceva nuvolosa, avrete evitato di essere colti da un temporale.

Armadio? No, zaino
Alcuni indumenti che, andando in montagna, non trascurerei mai di portare: berretta, guanti, occhiali e crema da sole, t-shirt e calze di ricambio, pile, giacca leggera, pantaloni lunghi, calzature adeguate, uno zaino, una bussola se la si sa usare, un kit di pronto soccorso, un coltello, una fonte di fuoco, una borraccia, viveri e una candela.
Per i più precisi, anche un pronto cucito (non si sa mai) e la carta topografica.

Attrezzatura, piccole istruzioni per l'uso

Lo zaino
La capienza di 40 litri è più che sufficiente, e meno tasche e cerniere ha, più è affidabile.
Prima di partire regolate bene gli spallacci: il peso dovrebbe essere sempre portato dal bacino e non dalle spalle.

Gli scarponi
Quando salite lascieteli pure un po' molli, ma tenendo sempre il tallone ben inserito nella scarpa.
Quando, invece, siete in discesa stringeteli bene sull'avampiede per una migliore aderenza.
In ogni caso, stringeteli o mollateli in base a come vi state trovando nel cammino.

I bastoncini
Sono unicamente un aiuto per l'equilibrio e non vi privano di sforzi fisici, anzi aumentano quelli delle braccia.
Sono comunque uno strumento molto utile, soprattutto se vi trovate con uno zaino pesante e un fondo particolarmente sconnesso o particolarmente in discesa.

 
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view post Posted on 31/7/2009, 12:12
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tredicroppo

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promemoria riassuntivo di "in montagna con i piedi e con la testa "


10 regole per l'escursionismo
Mai soli, altrimenti qualsiasi inconveniente anche piccolo può trasformarsi in un pericolo anche grave

In forma: prepararsi fisicamente e scegliere mete adatte alle proprie possibilità.

Occhio al tempo: prima di partire informarsi sulle previsioni meteo e durante l'escursione osservare lo sviluppo delle condizioni del tempo. Nel dubbio, tornare indietro.

Ben equipaggiati: in montagna si va con adatto equipaggiamento. In particolare, come minimo: scarponcini, giacca a vento (preferire colori vistosi, per facilitare eventuali ricerche!), zaino, kit di pronto soccorso, telefono cellulare e numeri di telefono dei soccorsi

Di buon'ora: addensamenti nuvolosi e temporali sono frequenti nelle ore più calde della giornata, quindi è consigliabile mettersi in marcia piuttosto presto. Così, inoltre, si avranno a disposizione più ore di luce

Dare notizie: lasciar detto dove si è diretti e avvisare dell'ora prevista per il ritorno

Saper camminare: in montagna, passo lento (soprattutto nella prima mezz'ora, i muscoli devono scaldarsi!) e regolare. Pause ogni una o due ore, di cui approfittare per mangiar qualcosa. Non abbandonare i sentieri marcati.

Alimentazione: bere abbondantemente (meglio se liquidi ricchi di sali minerali), cibi energetici e leggeri, sconsigliati gli alcoolici

Acclimatarsi: se si supera quota 2000 m, prendersi il tempo per acclimatarsi e far attenzione ai sintomi premonitori del "mal di montagna" (mal di testa, nausea, colpi di tosse etc)

Pericoli: tra i più frequenti, la caduta di pietre e i fulmini. E' bene attraversare velocemente le zone sovrastate da rocce e pietraie, eventualmente riparando il capo con lo zaino. In caso di temporale, invece: liberarsi degli oggetti metallici, allontanarsi da alberi e pareti verticali bagnate, se possibile cercare un riparo con terreno asciutto


Fonte: Provincia di Torino
 
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view post Posted on 31/7/2009, 12:45


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Utilissimo questo promemoria! :)
 
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