3° GIORNO:Alle 8:30 già siamo fuori dall'hotel. Prima di tutto ci rechiamo alla Moschea del venerdì, che ancora non avevamo visto. Questa moschea davvero imponente è ancora in ristrutturazione: su un'alta cupola, diversi lavoratori alzano da terra piastrelle già preparate da applicare. Diverse parti dell'edificio cadono a pezzi, ma è già in parte stato ristrutturato, per cui non può rendere l'idea di come fossero distrutti i vari monumenti.
La moschea è situata poco distante dal Registan, una strada piuttosto nuovo la collega comodamente. Siamo nel Ramadan ma non si vede molta gente seguirlo: mangiare e bere non è un problema, tutti i ristoranti sono pieni e affollati (e solo in piccola parte di turisti). Si mangia soprattutto carne, sia di pollo che di montone (tutto chiamato Kebab), soprattutto allo spiedo, e plov, un riso contenente varie verdure e carne. Tipico è anche il pane, grande quanto una torta, spesso cosparso di semi di papavero (molto saporito), molto spesso ai bordi e poco al centro (solo a Samarcanda, a Khiva e Bukhara era molto sottile). Le verdure sono tutte molto, molto saporite, e la cucina in genere non è male. Inoltre, come in molti altri paesi di questa zona, è tipico prendere del the in ogni occasione. I dolci sono difficili da trovare: qua sono considerati cose riservate ai bambini. Ben più presente è la frutta, soprattutto anguria e ottimo melone bianco. Non fanno un grande uso di spezie, ma riempiono spesso tutto con cipolle o aglio
Finito il capitolo cibo, torniamo a noi.
Poco distante dalla moschea si tiene l'enorme bazar Siob, un loro, tipico mercato. Non abbiamo visto un singolo turista.
Il bazar è davvero enorme, diviso in settori. Ci si vedono montagne coloratissime di spezie, uova di diverso tipo, henné di diverse qualità, vestiti, libri, riso, formaggio, frutta... Gli odori sono intensissimi, vi è un costante vociare, e un enorme miscuglio di venditori\clienti. Un posto davvero interessante da visitare
Questa è solo una piccola parte vista dall'alto (di un'altra parte):
Infine, giunge il momento di andare in stazione! La stazione di Samarcanda è piuttosto piccola e i treni che ci passano davvero pochi (in un'ora ne avremo visti tre, di cui uno carico solo di ciottoli da lasciare su un binario evidentemente nuovo). Alcune zone della stazione non sono completate e per arrivare al nostro binario passiamo per una galleria priva di illuminazione ove gli operai lavorano con cemento, saldatori e quant'altro, e ci aiutano a passare senza inciampare nei vari fili, tubi e mattoni
Infine attendiamo il treno per un "normale" ritardo di un'ora, e assistiamo alla lotta per vendere il pane che delle uzbeke attuano "assalendo" i ferrovieri.
Alle 13 partiamo con il treno Sharq. È un treno ad "alta velocità" (ovvero, un poco più lento dei nostri treni a velocità normale). L'altro treno impiega il doppio del tempo per la stessa tratta. Abbiamo avuto la saggia idea di scegliere la prima classe (ce ne son quattro), che è già messa male. Manca l'aria condizionata, l'80% dei sedili è rotto, sono presenti dei minischermi, di cui uno solo è acceso (su dei film russi) ma a un volume così alto che tiene svegli tutti i passeggeri. Siamo davvero pochi, almeno, così possiamo spostarci su sedili funzionanti. Ben più numerosi di noi sono gli scarafaggi che girano tranquillamente per la carrozza
Il paesaggio non è molto vario... Almeno si vedono parecchi uccelli molto colorati, i gruccioni, e talvolta qualche tromba d'aria - tempesta di sabbia...
Arriviamo a Bukhara verso le 16:15 e prendiamo un taxi (costano davvero pochissimo) fino all'hotel. Trattasi di un piccolo hotel (cinque camere di numero) piuttosto vicino al centro. Le camere sono bellissime, la colazione si fa in un edificio vicino, del 1700 non restaurato, davvero bello. Il giorno successivo avremo una guida trovata sul posto, un po' improvvisata, ma per questa sera giriamo liberamente per le vie. Iniziamo dalla piazza-parco centrale, con una vasca d'acqua, alberi antichissimi... Un tempo c'era molta, MOLTA più acqua, ma dopo i sovietici i due fiumi principali uzbeki (qui passa l'Amu Darya) hanno ridotto parecchio la portata a causa di campi di cotone.
Nella via principale ci sono scuole coraniche (una ancora attiva, del resto questa è una delle città sante islamiche, per cui alcuni luoghi non sono accessibili ai turisti), minareti, e bazar turistici sotto edifici dall'architettura particolare...
Si fa ormai ora di cena, e dopo aver cenato, ritorniamo a piedi in hotel, attraverso piccole vie periferiche. Sulle guide è consigliato di non uscire dopo le 21, ma non tanto per problemi di criminalità (noi non abbiamo avuto proprio NESSUN problema, per di più c'è molta polizia in giro, ma non c'è da preoccuparsi, è una presenza "tranquilla"), quanto per l'illuminazione scarsa, o addirittura assente. Ad ogni modo, è interessante passare davanti alle case e vedere come vivono: case di un solo locale che è bagno, cucina e stanza da letto tutto insieme. La gente per le strade saluta allegramente gli sconosciuti, anche i bambini sono disinvolti nel parlarci.
Infine torniamo in hotel, stanchissimi. Fa davvero molto, molto caldo qui. Il quarto giorno è interamente dedicato alla visita di Bukhara...