Danni incalcolabili alla Riserva Naturale della Val Rosandra ad opera della Protezione civile

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view post Posted on 5/4/2012, 08:19


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Danni incalcolabili alla Riserva Naturale della Val Rosandra-Dolina Glinščice provocati dalla Protezione Civile

Non se ne parla sulla stampa nazionale, ma a Trieste è diventato ormai il pincipale argomento di conversazione.



La Riserva Naturale della Val Rosandra-Dolina Glinščice (Trieste) è area protetta nell'Elenco nazionale delle aree protette italiane e come Sito di importanza comunitaria (SIC IT3340004) e Zona di protezione speciale (ZPS) nell'ambito della rete Natura 2000.

Situata a pochissimi chilometri da Trieste, grazie al suo ricchissimo e unico patrimonio naturalistico la Val Rosandra-Dolina Glinščice è sempre stata meta di escursionisti, rocciatori, speleologi e studiosi. Per i triestini è quasi un luogo sacro.

Il 24 e 25 marzo la riserva è stata devastata dalla Protezione Civile.

I fatti:
Il 24 e 25 marzo scorso la Val Rosandra è stata interessata da un intervento di pulizia dell’alveo compiuto dalla Protezione civile nell’ambito dell’operazione “Alvei puliti” promossa dalla Regione con chiaro intento di spot pre-elettorale.
Anzichè limitarsi a pulire l'alveo da infestanti, hanno tagliato gli alberi della foresta ripariale a galleria, un habitat prioritario e unico, con ingenti danni all’avifauna e agli anfibi proprio nel periodo riproduttivo.

Le dichiarazioni degli esperti

Prof. Livio Poldini, Professore Emerito, Dipartimento di Scienze della Vita, Università di Trieste:
'Si deplora e stigmatizza l’intervento distruttivo in Val Rosandra lungo il corso del torrente Rosandra, area di grande pregio naturalistico inserita nell’area SIC “Carso triestino e goriziano” e ZPS “Aree carsiche della Venezia Giulia” e pertanto sotto tutela europea. E’ stato intaccato un habitat prioritario costituito da boschi ripari ad ontano nero (Alnus glutinosa) che costituisce una valida difesa delle ripe. La scopertura completa del suolo mediante il taglio drastico effettuato priverà questo tratto del torrente del suo insostituibile presidio forestale. Ciò avrà come conseguenze il disseccamento del suolo e l’erosione accelerata delle rive. Questi interventi prescindono completamente dall’analisi delle funzionalità e dei servizi ecologici, partendo da uno schematismo grossolano che la vegetazione sia qualcosa di superfluo o addirittura di dannoso che va eliminato per mettere in sicurezza il torrente. In realtà tali interventi di rozza ingegneria hanno l’effetto di peggiorare notevolmente la situazione e di ridurre drasticamente la biodiversità del territorio anche per le negative ripercussioni sulla fauna.'

Prof. Pier Luigi Nimis, professore ordinario di Botanica alla facoltà di Scienze della Vita dell’Università di Trieste:
«L’intervento effettuato in Val Rosandra si configura come un vero e proprio disastro ambientale Lo scriteriato intervento prescindeva completamente dall’analisi delle funzionalità e dei servizi ecologici della vegetazione riparia, partendo dall’assunto grossolano che essa sia qualcosa di dannoso, da eliminare per mettere in sicurezza il torrente. Il risultato è stato un danno ecologico e paesaggistico difficilmente rimediabile in tempi brevi. L’intervento ha completamente distrutto un habitat prioritario: il bosco ripariale ad ontano nero (in termini scientifici, Alnus glutinosa) costituisce una valida difesa delle rive, tanto che la sua presenza viene considerata una caratteristica che aumenta notevolmente il valore dell’indice di funzionalità fluviale, adottato anche dall’Arpa per monitorare lo stato dei corsi d’acqua della regione». La completa scopertura del suolo derivata dal taglio drastico effettuato in Val Rosandra priverà quel tratto del torrente del suo presidio forestale, accelerando il disseccamento del suolo e l’erosione delle rive. L’impatto derivante dalla distruzione di un ambiente unico nel nostro territorio sulla biodiversità, sia animale che vegetale, sarà elevato: il drastico intervento ha già modificato il delicato habitat di molti animali acquatici ed è stato effettuato proprio durante il periodo di nidificazione degli uccelli. Gli ontani ricresceranno lentamente ma al posto dello splendido boschetto a galleria all’imboccatura del sentiero principale della Val Rosandra, per almeno 20 anni crescerà un cespuglieto impenetrabile».

Dario Gasparo, biologo, già professore di economia e gestione ambientale nell’ateneo triestino:
Con particolare riguardo per il tratto del torrente che dal Rifugio Premuda sale per oltre un centinaio di metri addentrandosi nella valle sono stati effettuati dei tagli radicali lungo tutto il letto del fiume e nelle golene (zone di terreno adiacenti il letto di magra di un torrente). Praticamente è stata cancellata la foresta a “galleria” ripariale di Salice e Pioppo bianco che, assieme agli Ontani, caratterizzava questa parte del Rosandra, che garantiva ombreggiamento e ossigenazione alle specie che vi vivevano. Appare dunque compromessa la nidificazione di diverse specie di uccelli, tra questi il picchio rosso maggiore, il picchio verde, la ballerina gialla e bianca, il merlo acquaiolo. Problemi pure per i siti riproduttivi degli anfibi, in primis la Rana ridibunta, il cui spazio è stato completamente distrutto dai camion incaricati di asportare ramaglie e tronchi, passaggio che pare pure responsabile della frantumazione di alcuni gradini in arenaria concretizzati con soldi europei tre anni orsono. E’ gravissimo ancora che si sia scelto di intervenire nel pieno della stagione riproduttiva dell’avifauna e degli anfibi. Va sottolineato che ci troviamo in una Riserva Comunale e Regionale dove insistono i vincoli comunitari di “Natura 2000”, ovvero le Zone di Protezione Speciale (ZPS) e i Siti di importanza comunitaria (SIC) creati proprio per proteggere la nidificazione degli uccelli.

Nicola Bressi, direttore Servizio musei scientifici:
«Passato lo sgomento, archiviate le proteste, le difese e le polemiche è molto importante sgombrare il campo da un pericoloso equivoco che sta serpeggiando. Non si è trattato di scegliere tra un intervento necessario di messa in sicurezza dalle esondazioni, da una parte, e la tutela di un ambiente naturale dall’altra. Anzi, la perplessità di molti tecnici deriva proprio dall’assurda affermazione che questo modo di operare sia stato un necessario “effetto collaterale” di un’opera di protezione civile. Ammesso che la pulizia dell’alveo fosse una reale necessità proprio in quel punto (da naturalista ho forti perplessità, ma mi rimetto alle decisioni degli idrogeologi e degli ingegneri fluviali) si sarebbe potuto operare quasi senza impatto. Bastava seguire quanto viene fatto nei parchi naturali di gran parte d’Europa a fronte di situazioni analoghe. Gli enti e le associazioni che sarebbe stato possibile consultare gratuitamente e rapidamente non mancano certo sul territorio. Grazie ad essi si poteva effettuare una valutazione condivisa e ottenere tutte le autorizzazioni necessarie. Andava evitato il periodo primaverile, quando le piante rivegetano, gli animali si riproducono e le persone amano immergersi nella natura. Si sarebbe poi dovuto intervenire in modo chirurgico e puntiforme sia nel tempo che nell’alveo. Ad esempio, un anno si potevano pulire 50 metri di riva destra in un tratto e, l’anno successivo, 50 metri di riva sinistra in un altro tratto. Si doveva incaricare nel contempo qualche volontario locale di segnalare eventuali punti critici e di controllare la ricrescita, eliminando le vere infestanti che tendono a insediarsi dopo i tagli. In tal modo si sarebbe potuto intervenire in modo efficace sulle singole piante problematiche senza compromettere la sopravvivenza di un intero ecosistema e, cosa più importante, senza pregiudicare i servizi che tale ecosistema rendeva e tutti noi».

Il WWF Italia ha presentato ieri un esposto alla Procura della Repubblica di Trieste, seguiranno anche gli esposti di Legambiente e del Comitato per la Val Rosandra.

Segui l'evolversi degli eventi sul sito del WWF Trieste
 
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view post Posted on 5/4/2012, 08:48


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La Val Rosandra com'era:

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La Val Rosandra com'è, dopo l'intervento della Protezione Civile:

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view post Posted on 5/4/2012, 11:12


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view post Posted on 6/4/2012, 21:41

Denis Bellone

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Sembra incredibile che la Protezione Civile possa aver fatto un danno simile? Ma i responsabili si sono espressi? Hanno giustificato questo intervento "ingiustificabile"? Sono senza parole!
 
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view post Posted on 6/4/2012, 22:22


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La regione, la protezione civile e il comune di San Dorligo stanno difendendo l'operazione, dicendo di aver agito in stato di emergenza per prevenire pericolose esondazioni. Ti faccio presente che il torrente Rosandra non ha mai causato danni di qualche entità e che lo stato di emergenza non esisteva, visto che la richiesta di pulizia dell'alveo ì stata fatta dal comune diversi mesi fa e che siamo in piena siccità. Inoltre l'operazione è stata fatta senza le necessarie autorizzazioni e valutazioni di incidenza. Il comitato scientifico della Riserva non è stato nemmeno avvisato.

Due frasi emblematiche dell'assessore regionale Ciriani, che ha coordinato l'operazione:
«Gli alberi tagliati sono alberi tagliati: hanno l’aspetto di alberi tagliati e senza dubbio fanno impressione. La questione è che non avrebbero mai dovuto essere lì».
«Quanto l’acqua esonda, arriva la Protezione civile, non Legambiente o il Wwf».

L'operazione "Alvei puliti" si è svolta in 56 o 57 comuni della regione, una specie di spot pre-elettorale, che però si sta rivoltando contro l'attuale giunta, ed ha causato danni anche in altri comuni. Per tale operazione la regione ha speso 800.000 euo

Il WWF ha presentato un esposto alla procura della repubblica di Trieste e presenterà denuncia anche in sede europea, visto che la riserva è di interesse comunitario.
Sul blog e sul canale YouTube del WWF Trieste abbiamo inserito video e notizie e continueremo a seguire la questione. Questo invece è il blog del Comitato sorto spontaneamente da FB per la difesa della Val Rosandra.
 
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view post Posted on 10/4/2012, 21:50

Denis Bellone

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800mila euro per compiere uno scempio. Non si potevano investire meglio questi soldi con tutto quello che si potrebbe (e dovrebbe) fare, soprattutto di questi tempi.

 
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